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Il teatro scuola di vita, anche per i più piccoli

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Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti… È lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire. (Jacques Copeau)

 

di Claudia Lo Presti

 

E spesso il vuoto è da ambo le parti: sul palcoscenico che da sempre può essere una strada, una piazza, una pedana, un attore per gioco, per voglia di raccontare, per necessità di essere ascoltato, esprime in una modalità che gli è confacente, e che pure gli è stata insegnata, un pensiero che seppure da altri è stato scritto diventa suo, per immediato effetto della traduzione a terzi. E dalla poltrona, lo spettatore guarda godendo comunque, qualsiasi storia venga narrata.

Il teatro è un modo per imparare a conoscere sé stessi e poi conoscere il mondo con un’intensità e una verità differente: per avere la licenza di giocare anche quando l’età anagrafica ti impedisce di farlo. Si parla tanto di teatro sui media, sulle riviste specializzate, ma quasi     sempre quello dedicato ad un pubblico adulto; si parla poco o molto poco del teatro per i bambini e dei bambini che sono i primi a giocare ad essere chi! Tutti lo abbiamo fatto e all’inverso di ciò che accade con la crescita o il cambiamento dei tempi, recitare, travestirsi, diventare altro da sé è promanazione autentica ed istintiva che la diseducazione poi mortificherà relegandola nell’angolo dove vanno a finire molte cose belle, purtroppo.

Eppure, come sostiene Copeau il ‘teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti‘, e i più piccoli hanno necessità di colmare i tanti vuoti che noi adulti possiamo lasciare nel loro mondo.

Capita, per fortuna, che ci sia chi il teatro lo faccia con animo semplice e lo rivolga a chi lo guarda con occhi ancora puri… ne parliamo con Fabio Navarra, Presidente dell’Associazione Culturale “Nave Argo” che opera da diversi anni nel territorio del Calatino.

 

“Per la costruzione di un Teatro” è la frase che accompagna il logo di Nave Argo, cosa vuole comunicare?

Più dichiarazione d’intenti e mission che semplice slogan, la “costruzione di un teatro” è per noi sia la costruzione di un luogo fisico che di quella rete di relazioni e sinergie che consentono a una comunità di riconoscersi, ritrovarsi, raccontarsi, rappresentarsi. Lo abbiamo iniziato a fare sin da subito, nel 1994, a Caltagirone, la nostra città con il festival “Teatri in Città” che aveva la peculiarità di presentare gli spettacoli in spazi della città di grande interesse, non solo architettonico e urbanistico ma anche sociale, creando una speciale alchimia nella relazione che si creava tra gli artisti, alcuni tra i più interessanti della scena italiana, e gli spettatori. Un’idea di città che, attraverso il teatro, proponevamo in maniera diversa, ricreando la dimensione della socialità di cui le Comunità hanno assolutamente bisogno. E per questa sua peculiarità il nostro Festival ha ricevuto, nel 2005 e 2007, un premio di rappresentanza da parte della Presidenza della Repubblica Italiana. E ancora con il Teatro “Vitaliano Brancati”, sempre a Caltagirone che, dal 1995 al 2005, è stata la sede di tutta la nostra attività di programmazione, produzione e formazione diventando un punto di riferimento per la vita sociale e culturale della nostra Comunità. Alla sua chiusura “forzata” non ci siamo persi d’animo e, per tornare alla nostra condizione di “costruttori di teatro”, abbiamo fatto letteralmente di necessità virtù, moltiplicando le rassegne che organizziamo in diversi spazi, all’aperto e al chiuso, della nostra città e di altre della Sicilia Orientale.

 

La Stagione estiva è stata per voi piena di progetti. Ce ne vuole parlare?

Il periodo estivo già da qualche anno è per noi quello di maggiore impegno con le diverse attività di cui ci occupiamo. Innanzitutto, con le repliche degli spettacoli teatrali di nostra produzione rappresentati in più di venti Comuni di tutte le Provincie siciliane: un’esperienza che ci dà sempre grande soddisfazione incontrando un pubblico sempre diverso composto da bambini e famiglie.

 

Quindi con l’organizzazione di alcune Rassegne, quest’anno ben quattro: a Modica con “Il Chiostro dei Piccoli”, a Grammichele con “La Piazza dei Piccoli” e Caltagirone con “Teatrinfiniti” e “Bosco Colto Fest”, il progetto di cui siamo stati promotori assieme all’Università di Catania e ad altre Associazioni ed Enti del territorio con il patrocinio del Comune di Caltagirone e il sostegno di diverse imprese del territorio e nazionali. Tutti progetti con cui cerchiamo di costruire una forte relazione con la Comunità di riferimento e utilizzando il teatro come perfetto strumento di socialità.

 

Il teatro rivolto all’infanzia e alle famiglie è primario tra le vostre attività. Perché questa scelta?

Già da diversi anni strategicamente abbiamo scelto di dedicare una grande attenzione a questo specifico settore del teatro, proprio perché è evidente la valenza educativa dell’esperienza teatrale, tra le più antiche e profonde forme di rappresentazione e interpretazione della realtà: per la concretezza spazio-temporale, la fisicità della rappresentazione, l’unicità degli eventi e, soprattutto, perché si presta ad essere “agita” oltre che “fruita”. Questa valenza educativa è ancora più forte quando l’esperienza del Teatro è condivisa anche con la famiglia, creando le condizioni per un interscambio di emozioni e sensazioni non solo tra gli artisti e gli spettatori ma anche tra gli spettatori stessi, grandi e piccoli. Di tutto ciò ovviamente abbiamo conferma con i feedback che riceviamo dagli stessi bambini e dai genitori che ci raccontano come, a distanza di tempo, i loro figli ancora ricordino le canzoni e i personaggi dei nostri spettacoli.

 

Il teatro quindi come strumento per, parafrasando il vostro motto, “costruire Comunità”.

Si, siamo convinti che il teatro, come ogni altro tipo di attività culturale, sociale e sportiva, sia necessaria per una Comunità facendo sì che i suoi membri possano, attraverso queste esperienze, incontrarsi e crescere assieme condividendo valori positivi. Ovviamente per far ciò è necessario che questa prospettiva sia condivisa da più attori – le Istituzioni, la Scuola, le Associazioni, i Cittadini – ciascuno assolvendo alle proprie funzioni e responsabilità. Ed è ovvio che per far ciò è necessario dotare la Comunità di spazi, al chiuso e all’aperto, dedicati alla socialità che sia accoglienti e funzionali, anche sperimentando nuovi modelli di gestione che siano sostenibili in termini non solo economici ma anche sociali ed ambientali.

 

È iniziato il nuovo anno scolastico. Il teatro all’interno della scuola è un’esperienza importante. Come detto per un bambino l’esperienza del teatro, non solo da spettatore ma principalmente da “attore”, è di grande utilità per conoscere sé stessi e il gruppo con cui esplorano le proprie capacità espressive. Opportunità di crescita sana che noi offriamo alle Direzioni degli Istituti Scolastici con cui collaboriamo con diverse proposte che vanno dagli spettacoli teatrali, i laboratori, ai corsi per insegnanti e genitori. Ci aspetta un nuovo anno intenso che assieme al nostro nucleo artistico composto da professionisti, siamo pronti ad affrontare con rinnovato entusiasmo.

 

Un plauso a scena aperta a Fabio Navarra e all’Associazione Nave Argo che legandosi al territorio, strutturandosi con istituzioni, ambienti primari e luoghi di potenziale sviluppo, con l’entusiasmo indomabile di un bambino e una saggezza ponderata e matura, non solo si proiettano su ambiti trascurati, ma ci aiutano a ricordare che essere adulti deve significare anche essere leggeri. E che si riparte dai bambini. È decisamente meglio.