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L’enigma e lo specchio della felicità. Nello spirito del tempo pandemico.

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Di Antonino Gulisano – direttore editoriale

L’emergenza pandemica del Covid19 mi ha rinchiuso nel mio guscio di casa a riflettere sul tempo presente. Così leggevo un saggio: “Lo spirito del tempo e la felicità, filosofia di Chiara Ferragni”, un saggio sulla più famosa influencer dell’autrice Lucrezia Ercoli.
Ecco! L’autrice del saggio, ha individuato in Chiara Ferragni il simbolo di una felicità possibile, “dove la crescita personale va di pari passo con quella del fatturato”.
Se dobbiamo parlare di uno spirito del tempo, guardarlo con gli occhi di questa nuova generazione, ci troviamo di fronte ad una narrazione interna, per così dire, dello stesso successo, ma anche a una palestra per riflettere su temi filosofici veri, come quello del tempo e dello spazio e alla fine l’eterna domanda: cosa siamo noi?
Il gioco è ovviamente quello, nello spirito del pop, di unire gli opposti, ontologia e Instagram, fashion blogging e zeitgeist. Ma il ragionamento tocca temi veri, importanti, come la relazione con il corpo, oggi uno dei nodi di cui maggiormente si occupa la filosofia radicale.
“E’ un corpo che deve sempre essere plasmato, modificato, perfetto, deve aderire a una bellezza ideale. Io penso però che si debba anche riflettere su come il nostro corpo sia sempre mediato e mai naturale, mai libero dai pregiudizi con i quali noi stessi ci guardiamo allo specchio. In questo il nostro specchio, anche deformante alle volte”. Uno specchio nel quale la riflessione è quasi automatica, e da qui il successo planetario, ovviamente, ma che nasconde meccanismi che sono profondamente narrativi, che sono artistici alla fine, come nel caso dei post con fotografie che devono sembrare scatti assolutamente veritieri e naturali. “L’assoluta naturalezza, l’esposizione senza filtro non esiste, è solo un miraggio”.
Ma, continuando nella riflessione sulla felicità e lo spirito del tempo, arrivo a ripensare una declinazione di Felicità. Essere felice è amare la vita, tutta la vita con i suoi alti e bassi. I suoi splendori e i suoi momenti bui. I suoi piaceri e le sue pene. E’ vivere intensamente ogni istante.
In Platone troviamo una visione olistica in cui l’individuo non è separato dal gruppo sociale a cui appartiene. I greci ritenevano che la felicità sta nell’equilibrio individuale con la partecipazione attiva al bene della città. E in
questa declinazione dovremmo tornare a questo spirito del tempo di pandemia.
Come in Uno specchio, in un enigma: “Con i pensieri potete fare tutto ciò che agli angeli è concesso fare col corpo intero. Quando sognate, nelle vostre teste potete fare esattamente le stesse cose che gli angeli fanno in giro per il creato. Il mondo suona da sé. Attorno a un sole rovente, nella via Lattea, rotea il piccolo carillon del globo terrestre. La vista è nientemeno che il luogo d’incontro tra le cose e il pensiero, il portale incastonato di perle tra il sole e la mente. L’occhio umano è lo specchio in cui lo spazio creatore interno alla coscienza di Dio s’incontra con lo spazio creato al di fuori”.


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