Le nostre donne in politica, la storia.


 

Di Stefania Riccobono

Donna e Politica in passato connubio simile a donne e motori, inizio provocatorio il nostro per porre l’attenzione sul ruolo della donna a livello istituzionale, politico e sociale. Numerose battaglie sono state fatte nel corso degli anni … in maniera lenta e difficile.

Soltanto ultimi anni è cresciuto il numero delle donne in politica, ma basta dare uno sguardo alla distribuzione delle cariche per vedere quanta strada c’è ancora da fare, in Italia e nel mondo.

Il nostro paese ha avuto la prima donna ministro nel 1976 (Tina Anselmi nel governo Andreotti III) e solo nel 1993, durante il Governo Amato I, si fecero i primi tentativi per aumentare il numero di donne in politica, soprattutto per quanto riguarda le cariche elettive, attraverso l’introduzione di quote di genere a loro riservate, inizialmente solo nelle elezioni locali.

La legge del 25 marzo 1993 n. 81, infatti, prevedeva una modifica nell’elezione dei sindaci e degli assessori comunali che impediva di presentare liste in cui uno dei due sessi superasse i due terzi del totale.

Bisognerà aspettare un decennio perché la norma venga ripresa in mano: siamo nel 2003 quando viene esplicitato il dovere della Repubblica di promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. Per farlo venne modificata la Costituzione stessa e in particolare l’articolo 51, alla cui dichiarazione di eguaglianza di sesso nell’accesso alle cariche pubbliche fu aggiunta la postilla: “A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. L’esito è stata la possibilità di promulgare nuove leggi che prevedessero strumenti differenziali senza dubbi di incostituzionalità. La reintroduzione delle quote di genere è avvenuta nel 2004 in Europa e nel 2012 nel nostro Paese.

Le percentuali di donne italiane in politica oggi, benché contenute, mostrano segnali positivi soprattutto a livello locale. Le amministratrici comunali sono il 33% del totale e la rappresentanza femminile negli assessorati comunali è vicina alla parità, con il 43% di assessori donna. Sul piano nazionale, l’attuale governo Conte II vede in carica 21 ministri, di cui 7 donne. La nostra storia in politica non porta numerose donne, ma abbiamo tratteggiato le donne che hanno assunto incarichi importanti che dimostrano che qualcosa sta cambiando.

Lina Merlin, nata nel 1887, iniziò la carriera come insegnante ma la politica finì per ricoprire un ruolo di primo piano nella sua vita: componente dell’Assemblea costituente, è la prima donna a essere eletta al Senato della Repubblica.

Nilde Iotti, classe 1920, è forse la più importante politica italiana di sempre. Nel 1946 entrò nella Commissione dei 75 della Camera dei deputati, il gruppo incaricato della scrittura dei testi della Costituzione. Dal 1948 al 1999 fu deputato alla Camera e nel 1979 divenne la prima donna a ricoprire la carica di presidente della Camera, dove rimase per tre legislature.

Tina Anselmi, nata il 25 marzo 1927, è stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana, nel dicastero del Lavoro e della Previdenza sociale durante il governo Andreotti III.

Liliana Segre, nata il 10 settembre 1930, è attivista, politica e superstite dell’Olocausto. Nel 2018 è stata nominata “senatrice a vita” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “per aver servito la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, classe 1946, è politica e avvocato, nonché la prima donna italiana a ricoprire, da marzo 2018, la carica di Presidente del Senato della Repubblica (che è la seconda più importante della Repubblica Italiana, dopo quella del capo di Stato).Che non manchino figure femminili di spicco nel panorama politico italiano è testimoniato dalle carriere di donne quali Emma Bonino, Laura Boldrini, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Virginia Raggi, Alessandra Mussolini, Maria Elena Boschi, Anna Finocchiaro, Giorgia Meloni, Rosy Bindi, Irene Pivetti, Annamaria Cancellieri, Federica Mogherini e molte altre. La televisione negli ultimi anni crea fiction apposite che raccontano alcune storie delle donne sopra citate e non solo, proprio per la divulgazione di un messaggio sociale più importante.

La Politica Italiana oggi firma un traguardo sociale importante, un riscatto:

Presidente del Consiglio dei ministri.

Giorgia Meloni, nata a Roma il 15 gennaio del 1977, è giornalista professionista. Inizia il suo impegno politico a 15 anni nel movimento studentesco e giovanile. A 21 anni è eletta consigliere della Provincia di Roma. A 27 anni è eletta alla guida di Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Alla giovane età 29 anni è eletta deputato per la prima volta e nella XV Legislatura ricopre la carica di vicepresidente della Camera dei deputati. Detiene il record di Ministro più giovane nella storia della Repubblica: nel 2008, infatti, assume a 31 anni l’incarico di Ministro della Gioventù. Il 21 dicembre 2012 fonda Fratelli d’Italia, di cui è Presidente nazionale. Nella XVII Legislatura è presidente del gruppo parlamentare alla Camera. Nel 2020 è eletta Presidente dei Conservatori e riformisti europei (ECR Party), famiglia politica che riunisce oltre 40 partiti europei ed extra-europei.

Il 22 ottobre 2022 al Palazzo del Quirinale ha prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Presidente del Consiglio dei ministri. È la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire questo incarico. Questa data non è importante soltanto dal punto di vista politico, ma soprattutto sociale. I passi aventi in politica siano di buon auspicio per l’inclusività della donna in altri contesti lavorativi a pari opportunità.