Cassa di risparmio


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Tipologia di istituto di credito sorta in Francia e in Germania alla fine del 18° sec., per il diffondersi dell’economia monetaria e delle idee filantropiche dell’illuminismo. La c. era destinata a favorire la formazione e la raccolta del piccolo risparmio a carattere previdenziale e a tale fine svolgeva un complesso di operazioni del tutto simili a quelle delle altre imprese bancarie, da cui si distingueva per non avere scopo di lucro (i suoi utili infatti erano in parte destinati a riserva e in parte erogati per scopi di pubblica utilità). In Italia le c. furono istituite prima nelle regioni settentrionali (Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, 1822; Cassa di risparmio delle province lombarde, 1823, Cassa di risparmio di Torino, 1827 ecc.), per iniziativa spesso dei monti di pietà, quindi in quelle centrali, principalmente a opera di associazioni, e dopo il 1860 nel Mezzogiorno, dove in genere derivarono da trasformazioni di monti frumentari ➔ monte. La legge del 15 luglio 1888 regolò in modo uniforme le varie c. sottoponendole ad autorizzazione governativa e stabilendo un fondo minimo di dotazione. Il t.u. 967/25 aprile 1929, stabilì che la metà degli utili annuali netti fossero destinati all’aumento del patrimonio, mentre la parte rimanente fosse impiegata in opere di beneficenza e di pubblica utilità; rafforzò poi l’intervento dell’autorità tutoria e impose la fusione d’autorità, tra loro e anche con monti di pietà, delle c. di limitata consistenza finanziaria, oltre che il raggruppamento obbligatorio in federazioni. Nel corso degli anni 1990 la disciplina delle c. si è ulteriormente evoluta con la loro trasformazione in S.p.A. (realizzata in seguito al d.l. 356/20 novembre 1990), con la progressiva applicazione della normativa comunitaria sull’esercizio creditizio (d.l. 481/14 dicembre 1992, di attuazione della direttiva CEE 89/646), con il referendum popolare del 18 aprile 1993, il quale ha abrogato l’art. 2 del r.d.l. 204/24 febbraio 1938, che attribuiva al governo il potere di nomina dei vertici delle c., e con il t.u. delle leggi in materia bancaria e creditizia approvato con d.l. 385/1° settembre 1993, che ha totalmente assimilato le c. alle aziende di credito.
Il sistema delle c. in Italia è oggi articolato in aziende di credito con la veste giuridica di S.p.A. e fondazioni che perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territorio, intervenendo nei settori della ricerca scientifica, dell’istruzione, dell’arte, della conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, della sanità e della assistenza alle categorie sociali deboli, nel solco della tradizione delle casse di risparmio. L’associazione di categoria, che rappresenta e tutela gli interessi generali delle c. italiane e delle fondazioni di origine bancaria, è l’ACRI (Associazione Casse di Risparmio Italiane), costituita nel 1912.