Diversi gruppi di chavisti, durante il tradizionale rogo di Giuda, hanno dato fuoco, in diverse zone di Caracas, alle figure rappresentative dei presidenti degli Stati Uniti e di El Salvador, Donald Trump e Nayib Bukele. Numerosi partecipanti hanno anche bruciato bambole con immagini di Irfaan Ali, presidente della Guyana – paese con cui il Venezuela si contende il territorio dell’Essequibo – e del segretario di Stato americano, Marco Rubio.
“Noi, uniti, abbiamo tutti deciso di bruciare quei traditori che, in un modo o nell’altro, hanno danneggiato la nostra patria”, ha detto a all’Efe Oswaldo Campos, un leader chavista della parrocchia 23 de Enero che ha dato fuoco alle fotografie dei volti di Trump, Bukele e Ali, così come dei leader anti-Chavez María Corina Machado e Edmundo González Urrutia, che rivendica la presidenza venezuelana.
Il rogo di Giuda è una delle tradizioni del Venezuela che dal 1993 rappresenta l’insoddisfazione della società per gli eventi politici.
Tra quelle che ha descritto come azioni contro la sua patria, Campos ha fatto riferimento alla deportazione, lo scorso marzo, di oltre 200 migranti dagli Stati Uniti a El Salvador, dove sono detenuti in un carcere di massima sicurezza, con l’accusa di appartenere alla banda criminale di origine venezuelana Tren de Aragua, designata come terrorista dall’amministrazione Trump. (AGI)
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