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Usa: strage di Manatthan, cosa è la malattia Cte

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L’autore della strage di Manhattan, Shane Devine Tamura, nel suo messaggio finale, ha chiesto che il suo cervello venga studiato per il Cte, acronimo di Chronic Traumatic Encephalopathy, una malattia degenerativa legata a traumi cranici ripetuti, molto diffusa tra giocatori di football americano, pugili e atleti di sport di contatto. Tamura ha anche accusato la Nfl di non aver fatto niente per aiutare i giocatori e per mettere a nudo questa malattia.
Il Cte è una condizione degenerativa del cervello causata da colpi ripetuti alla testa. Non si sviluppa dopo una sola commozione cerebrale ma dopo anni di traumi, anche di quelli che non provocano sintomi immediati.
Nel lungo periodo questa condizione degenerativa si manifesta con cambiamenti della personalità, comportamento aggressivo, depressione, perdita di memoria e desiderio di togliersi la vita, oltre a casi di demenza precoce. Il Cte può essere diagnosticato con certezza solo dopo la morte, attraverso l’analisi del tessuto cerebrale e questo spiega il senso del messaggio del killer, che ha ucciso lunedì quattro persone, tra cui un poliziotto, ferito gravemente una quinta e poi si è tolto la vita. Tamura, che aveva giocato a football al tempo del liceo e da anni aveva mostrato problemi mentali, voleva che il suo cervello venisse analizzato a fondo per trovare tracce del trauma.
Questa malattia, ancora così oscura e poco conosciuta, è stata affrontata anche da Hollywood. Nel 2015 è uscito il film “Concussion – Zona d’ombra”, con protagonista principale Will Smith. La storia era incentrata su Bennet Omalu, un medico realmente esistito che era stato il primo a identificare il Cte nei giocatori della Nfl. Omalu affrontò l’ostilità della lega di football quando decise di denunciarne i pericoli per gli atleti. Nel 2020 è uscita una serie Netflix dal titolo “Killer inside: the mind of Aaron Hernandez”. Il docufilm racconta la storia del campione Nfl Aaron Hernandez, condannato per omicidio e morto suicida in prigione. L’autopsia rivelò una encefalopatia traumatica in stato avanzato, a soli 27 anni. In “The United States of football”, del 2013, il documentario racconta la storia di un padre che porta avanti ricerche sui rischi del football per i giovani.
Nello stesso anno uscì un docufilm investigativo, “League of denial: the Nfl’s concussion crisis”, che mise a nudo come la Nfl avesse negato per anni l’evidenza scientifica dei traumi cerebrali. (AGI)
NWY/ALL