“Trump ha un mandato preciso dal suo popolo: riaffermare il primato americano, rilanciare l’industria e il lavoro negli States. L’Europa deve fare altrettanto, revisionando la sua politica economica e ambientale, subito e senza infingimenti. Con altrettanta velocità di esecuzione. Nel contempo deve confrontarsi nel merito con gli Stati Uniti per evitare che si inneschi una guerra commerciale devastante”. Lo dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso in un’intervista a “La Stampa”. “Gli Stati Uniti – ricorda – sono il nostro principale partner, dopo la Germania, quello che segna la maggiore crescita con prodotti di eccellenza, il nostro Made in Italy, a cui i cittadini americani non vogliono assolutamente rinunciare. In un rapporto di scambi più equilibrato l’Italia può anche guardare con attenzione all’export statunitense di gas liquefatto. Siamo fiduciosi nel confronto e nella grande attenzione che Trump manifesta nei confronti di Giorgia, unico leader europeo ad essere invitato alla cerimonia di insediamento. L’Italia – rileva ancora Urso – è diventata centrale sia nel rapporto con gli Stati Uniti, sia nelle nuove direttrici dello sviluppo con l’Africa, la Penisola Arabica e la Turchia, sino all’India sulla via dell’Oceania.
Secondo Urso, per evitare una guerra dei dazi, l’Europa “deve capire le ragioni dell’America e instaurare subito un confronto nel merito con una visione strategica nella piena consapevolezza che la globalizzazione è finita e che l’Occidente non può arroccarsi. E nel contempo non può dipendere da altri. Attenzione: l’America di Obama si illuse di poter realizzare un duopolio con la Cina spostando il baricentro degli States dall’Atlantico al Pacifico. Con Trump l’Europa ha l’occasione di far tornare l’Atlantico e quindi il Mediterraneo centrale nei nuovi assetti, con una politica di inclusione nei confronti del Sud del pianeta come quella delineata nel Piano Mattei nel confronti dell’Africa e con metodi ovviamente diversi dallo stesso Trump nelle Americhe”.
In Europa il dialogo strategico sull’automotive porterà a qualcosa di positivo? “Ne sono certo – risponde il ministro – perché conosco le istanze delle imprese e dei lavoratori che si riconoscono nelle nostre posizioni che sono frutto del buon senso. Ogni giorno di più si allarga il fronte della ragione e sia sgretola il muro delle ideologie: il Green deal è caduto a Berlino. Lo dimostrerà proprio la Germania tra pochi giorni”. (AGI)
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