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Ue: Omnibus difesa per tagliare burocrazia in vista riarmo

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In risposta all’urgente necessità di rafforzare la preparazione militare dell’Unione europea entro il 2030, la Commissione ha presentato il nuovo Omnibus per la difesa e la prontezza, un pacchetto di misure volto a semplificare le regole Ue in materia di difesa, sbloccare gli investimenti pubblici e privati, e garantire maggiore prevedibilità all’industria europea.
Il pacchetto, parte del piano strategico delineato nel Libro Bianco sulla difesa, punta a sostenere l’ambizione di mobilitare 800 miliardi di euro in quattro anni per colmare i divari critici nelle capacità dell’Ue.
La proposta si articola su più fronti. Sul piano legislativo, il pacchetto prevede una semplificazione del Fondo europeo per la difesa (Edf), con nuove regole per rendere più agili le assegnazioni dirette, estendere la durata dei programmi da sette a dieci anni e introdurre la possibilità di finanziare test sul territorio ucraino. Saranno inoltre agevolati gli appalti comuni tra almeno tre Stati membri, inclusi acquisti pronti all’uso e relativi servizi di manutenzione.
Sul fronte regolamentare, la Commissione propone l’introduzione di una licenza unica preventiva per i trasferimenti intra-Ue di componenti militari nell’ambito dei progetti Edf, al fine di superare ritardi burocratici che in passato hanno raggiunto anche l’anno e mezzo. Uno dei pilastri più attesi è la creazione di un sistema di autorizzazione accelerata per le attività legate alla difesa, definito “fast-track permitting”. Questo sistema prevede l’istituzione di un punto unico di contatto in ciascuno Stato membro, con l’obbligo di rispondere entro 60 giorni alle richieste: in caso di mancata risposta, il permesso si considera concesso automaticamente. Bruxelles chiarisce inoltre che gli Stati membri potranno fare uso delle deroghe già previste dal diritto ambientale europeo in caso di “interesse pubblico prevalente”, estendendole espressamente alle attività connesse alla prontezza militare. Il pacchetto interviene anche sul quadro normativo chimico, come il regolamento Reach, chiarendo che gli Stati membri potranno rilasciare esenzioni nazionali generalizzate per l’uso di sostanze critiche, come i Pfas, nella produzione di munizioni. “Non cambiamo le regole, ma specifichiamo come applicarle con maggiore flessibilità in ambito difensivo”, ha precisato la Commissione. Per incentivare i finanziamenti privati, Bruxelles ha pubblicato una guida sulla finanza sostenibile, in cui chiarisce che gli investimenti nella difesa possono essere compatibili con i criteri Esg, a condizione che non riguardino armi proibite. Un allegato normativo elenca le quattro categorie di armamenti esclusi, in linea con i trattati internazionali firmati dalla maggioranza degli Stati membri. L’obiettivo è rimuovere le restrizioni eccessive imposte finora da fondi e gestori patrimoniali, spesso basate su interpretazioni troppo caute o discriminatorie. Infine, il pacchetto prevede un aggiornamento delle linee guida sulle fusioni: le operazioni industriali che contribuiscono alla prontezza militare europea saranno considerate un fattore positivo nel bilanciamento degli effetti da parte della Commissione. Anche in materia di aiuti di Stato, l’esecutivo si dice pronto a valutare con favore i grandi investimenti pubblici nel settore difensivo.
Le proposte legislative – che includono modifiche al regolamento Edf, al Reach e alle direttive sugli appalti e i trasferimenti militari – saranno ora esaminate dal Consiglio e dal Parlamento europeo. (AGI)
BRA