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Ucraina: i russi attaccano l’inviato del Papa.

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di Redazione

 

Brutta avventura per l’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, inviato in Ucraina per portare aiuti umanitari.

Era in viaggio nel cuore della guerra. A Zaporishshia, mentre consegnava viveri e rosari donati dal Papa, è stato bersaglio dell’esercito di Mosca e si è salvato solo grazie al soldato ucraino che stava accompagnando lui e due vescovi, uno cattolico e uno protestante.

Oggi è un giorno particolare – ha detto in una conversazione con il Vaticano – perché sono nove anni da quando il Santo Padre mi ha scelto come Elemosiniere e da quando sono stato ordinato vescovo».

Dal 17 settembre 2013, giorno della sua consacrazione episcopale, aveva svolto tante missioni tra i più deboli, i fragili, i dimenticati della terra. Spesso da solo alla guida di un furgone bianco con la targa vaticana.

Drammatico il suo racconto: “Siamo andati alla frontiera, alla zona di guerra. Abbiamo caricato un pulmino e siamo andati proprio lì dove oltre i soldati non entra nessuno. Là i russi sparano appena qualcosa si muove. La gente era stata avvisata che venivamo e si sono radunati nei posti indicati dai soldati”.

Ai russi non era gradita.

Abbiamo scaricato i viveri e poi bisognava fuggire per non essere localizzati, ma purtroppo alla seconda tappa si sono accorti e hanno cominciato a sparare. Meno male che c’era un soldato ucraino che ci ha detto dove nasconderci perché per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire. Non basta correre, bisogna sapere dove”.

Con la voce rotta dalla commozione, prosegue nel suo racconto: “Per fortuna tutto è finito bene e siamo andati in un altro posto fino ad esaurimento dei nostri aiuti. A tutti i soldati e alla gente abbiamo consegnato i rosari da parte del Santo Padre dando la sua benedizione e quasi tutti mettevano la coroncina del rosario sul collo”.

In Ucraina per la quarta volta dall’inizio del conflitto, il cardinal Krajewski aveva già portato in dono un’ambulanza, guidandola fino a Kiev personalmente. Il prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità era già stato anche a Leopoli e in altri centri.

La pace si costruisce così, in silenzio, aiutando il prossimo, a costo della propria vita.