Le Nazioni Unite hanno invitato la comunità internazionale ad agire per prevenire un “incubo umanitario” nel Sudan del Sud, dove la “spirale” di violenza sta già facendo precipitare il Paese in “una delle peggiori” situazioni umanitarie dalla sua indipendenza nel 2011. Nelle ultime settimane, “si è verificato un netto deterioramento della situazione politica e di sicurezza, che minaccia di vanificare i progressi verso la pace compiuti negli ultimi anni”, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza Nicholas Haysom, capo della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS), sottolineando ancora una volta il rischio di “una ricaduta in un conflitto diffuso”.
“Nel contesto di questa spirale deplorevole, stiamo ricevendo informazioni su una nuova mobilitazione”, sia delle forze armate del Sudan del Sud che dell’Esercito Bianco, una milizia accusata dal governo di collaborare con il primo vicepresidente Riek Machar, un ex ribelle arrestato a marzo, ha aggiunto, riferendosi al reclutamento forzato di bambini da entrambe le parti.Il Sudan del Sud è teatro di scontri in diverse regioni e l’arresto di Riek Machar, avvenuto a marzo, da parte delle forze fedeli al presidente Salva Kiir, ha segnato un’escalation che avvicina il Paese a un nuovo conflitto, quasi sette anni dopo la fine di una devastante guerra civile.
A causa di questa escalation di violenza, ma anche “delle conseguenze della guerra nel vicino Sudan, del collasso economico, delle condizioni meteorologiche estreme e di un forte calo degli aiuti internazionali”, “il Sudan del Sud si trova ad affrontare una delle peggiori prospettive umanitarie dall’indipendenza”, ha avvertito.
Circa 9,3 milioni di persone, ovvero tre quarti della popolazione, necessitano di assistenza umanitaria e 7,7 milioni soffrono di grave insicurezza alimentare. Per non parlare della peggiore epidemia di colera dalla nascita del Paese, con quasi 50.000 casi e circa 900 morti. Circa 130.000 persone sono state sfollate a causa delle ultime violenze, tra cui diverse migliaia che hanno attraversato il confine per raggiungere l’Etiopia, ha affermato Edem Wosornu dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
“Se non si evita la crisi politica, l’incubo umanitario diventerà realtà molto rapidamente”, ha avvertito, sottolineando che la capacità degli operatori umanitari di agire è ridotta dai massicci tagli ai finanziamenti, in particolare da parte degli Stati Uniti. “In questa prospettiva così preoccupante, dobbiamo cogliere l’opportunità di evitare un incubo umanitario, con una ricaduta in un conflitto generalizzato. Ciò richiede un’azione urgente, concertata e decisa su molti fronti da parte degli attori nazionali e internazionali”, ha implorato, chiedendo in particolare l’immediata cessazione delle ostilità, la protezione dei civili e l’assistenza finanziaria. (AGI)
ANT