Type to search

SRI: la finanza che punta sull’economia responsabile

Share

 

Dall’inglese Sustainable and Responsible Investment (SRI), sono gli investimenti che uniscono la ricerca di rendimento con le tematiche socialmente responsabili

 

di Corrado Piluccio

Da sempre nel mondo della finanza investire ha avuto come unica finalità fare utili. Negli ultimi anni però la sensibilità verso alcuni temi sta facendo emergere negli investitori la volontà di voler creare un valore aggiunto per la società, oltre a raggiungere un determinato rendimento. Ed ecco che nella costruzione dei propri portafogli, sempre più frequentemente, si includono o escludono imprese in base a quanto il loro operato si avvicini o si allontani dall’orientamento etico del risparmiatore, direzionando i propri investimenti verso imprese, organizzazioni e fondi con l’intenzione di generare un impatto socio-ambientale positivo e misurabile.

A trainare la domanda di investimenti SRI è la generazione dei Millennials o generazione Y, ovvero chi attualmente ha tra i 25 e i 40 anni e sta diventando protagonista del mondo degli investimenti; questa generazione a differenza delle precedenti si sta dimostrando molto più sensibile verso tematiche come i cambiamenti climatici, il rispetto dei lavoratori e la tutela dei diritti umani. In un’epoca storica in cui la maggior parte delle persone non si sente rappresentata dalle istituzioni, possiamo leggere lo sviluppo degli investimenti SRI come una sorta di reazione dei “privati”, scettici su una risposta immediata ed efficiente delle istituzioni, di fronte ai grandi problemi del nostro tempo.

Passando alle caratteristiche tecniche degli investimenti, si possono individuare due modalità di investimento SRI, da una parte i fondi che cercano di replicare un indice azionario e dall’altra quelli che scelgono una gestione attiva dell’investimento. In quest’ultimo caso le singole componenti del portafoglio vengono selezionate seguendo i criteri cosiddetti ESG (ambientali, sociali e di governance).

Anche la spinta regolamentare della Comunità Europea sta dando impulso a questo tipo di finanza. Seppure rimangano alcune perplessità in merito ai criteri che definiscano un investimento come “SRI”, con la nuova normativa europea sono state fatte delle modifiche che hanno reso più dettagliati i requisiti di rendicontazione dei suddetti investimenti. E con il nuovo CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) pubblicato a marzo 2021, tutti i fondi dovranno contenere un’appendice che indica il livello di sostenibilità del fondo e le strategie per raggiungere i risultati; più avanzata sarà la strategia ESG, più dettagliata dovrà essere la risposta del gestore del Fondo.

Il fatto che siano investimenti attenti alla responsabilità sociale non deve portare a pensare che non si guadagni o si guadagni di meno rispetto ad un investimento tradizionale; difatti tantissime ricerche negli ultimi anni hanno dimostrato come non solo non ci sia sostanziale differenza di rendimento, ma che gli investimenti SRI presentano una minore volatilità, ovvero una minore oscillazioni di prezzi. Chiaramente non si tratta di investimenti a rischio zero, a maggior ragione se si decide di investire in società più piccole e più innovative, in tal caso potremmo ottenere maggiori profitti, ma dall’altro avere maggiori rischi. Occorre inoltre evidenziare che questa tipologia di investimento permette di raggiungere una maggiore diversificazione di portafoglio, oltre che come già detto, di impattare positivamente a livello sociale e ambientale.