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Siccità: Gandolfi (univ.Milano), ‘in Lombardia 2023 critico, ma nuovi studi migliorano gestione’

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Milano, 26 apr. (Adnkronos) – Il 2023, dal punto di vista della siccità, è partito in salita, presenta già delle criticità, ma la situazione non è ancora ai livelli dello scorso anno e anzi, con i nuovi metodi di studio, è possibile migliorare la capacità di gestire eventuali crisi idriche. Questo, in estrema sintesi, il parere di Claudio Gandolfi, professore ordinario di Idraulica agraria all’Università degli studi di Milano che in occasione della pubblicazione del ‘Report sulla stagione irrigua in Lombardia 2022’, presentato questa mattina a Milano da Anbi Lombardia, fa il punto sulla situazione in Lombardia.

“Nel 2022 -spiega il docente- la crisi idrica c’è stata ed è stata molto significativa; il 2023 è partito in salita, le riserve sono in condizioni lievemente migliori rispetto allo scorso anno, soprattutto per quanto concerne gli invasi regolati. Certo, la falda acquifera è piuttosto bassa e la situazione non è incoraggiante, ma abbiamo ancora di fronte alcuni mesi in cui le precipitazioni di norma si verificano in una certa misura. Quanto al 2023, sicuramente è un anno ancora obiettivamente critico, ma l’auspicio è che non arrivi ai livelli dello scorso anno”. Di positivo, rispetto al 2022, c’è intanto che il report consente di tenere sotto controllo la situazione, di avere “una misura della ‘temperatura’ più o meno alta del tema delle risorse idriche: “L’analisi -sottolinea-è il risultato di una collaborazione molto fattiva tra Anbi, Regione Lombardia, l’università e gli enti tecnici regionali Arpa ed Ersaf e attraverso queste collaborazioni si può migliorare la capacità di gestire la risorsa idrica in generale e le crisi idriche in particolare”.

Per la prossima estate, l’attenzione è già alta: “La disponibilità idrica per l’irrigazione dipende dallo stoccaggio nivale, che è molto ridotto, oltre che dagli invasi dei grandi laghi, la cui situazione è lievemente migliore degli anni scorsi e poi dalle piogge. La falda può dare un contributo, sia nella riduzione delle perdite per percolazione che con i prelievi, ma i prelievi sono un elemento molto delicato”. In particolare “i prelievi con pozzi da falda, che vanno a compensare la carenza idrica nei fiumi, presentano alcuni aspetti di grande delicatezza e dunque bisognerà prestare particolare attenzione a un buon equilibrio del bilancio idrologico a livello regionale”.