“Come ho più volte detto, con la consapevolezza intellettuale e l’impegno morale di chi per oltre quarant’anni ha indossato la toga del magistrato, non c’è nessuna disposizione che, nella lettera o nella ‘voluntas’ o nella ‘ratio’, preveda l’assoggettamento del pubblico ministero all’Esecutivo”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in Aula al Senato, toccando il tema della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. “Questo postulato assoluto – ha aggiunto – è garantito dalla norma positiva, che attua il principio costituzionale secondo cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo, dove le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale. Lungi dall’indebolire l’accusa, la riforma difende e rafforza il ruolo del giudice”. (AGI)