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Salute: legame squilibrio microbico intestino-sclerosi multipla

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Lo squilibrio tra Bifidobacterium, batteri buoni intestinali, e Akkermansia, batteri cattivi, potrebbe essere un tratto distintivo della sclerosi multipla, secondo uno studio della University of Iowa Carver College of Medicine, Stati Uniti, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
La Sclerosi multipla è una malattia infiammatoria e demielinizzante del sistema nervoso centrale in cui il microbioma intestinale, secondo precedenti studi, rappresenterebbe un importante fattore ambientale per lo sviluppo della malattia, di cui tuttavia non è stato ancora identificato uno specifico marcatore o, comunque, sul quale non esiste un comune accordo. Con questo scopo i ricercatori, tramite il sequenziamento metagenomico shotgun delle feci, hanno caratterizzato la comunità microbica in 45 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente e in 51 controlli sani abbinati per età e sesso, oltre che in un modello murino (topi). L’analisi ha rivelato che Blautia e Akkermansia sono i principali batteri presenti nelle comunità del microbioma in pazienti con sclerosi multipla, mentre Prevotella copri sarebbe prevalente nei controlli sani. Nel modello murino, un basso rapporto Bifidobacterium/Akkermansia avrebbe dato prova di essere un biomarcatore chiave della malattia. La somministrazione di specie Blautia, predominante in topi con sclerosi multipla avrebbe ridotto il rapporto Bifidobacterium/Akkermansia, quindi favorito lo sviluppo di disbiosi (squilibrio) intestinale, aumentato lo stato infiammatorio e peggiorato la gravità della malattia, rispetto ai topi a cui è stato somministrato P. copri. In linea con i risultati del modello mirino, il rapporto tra Bifidobacterium adolescentis e Akkermansia muciniphila è risultato basso nelle persone con sclerosi multipla. Pertanto i dati sembrano identificare il rapporto Bifidobacterium/Akkermansia come una caratteristica critica del microbioma intestinale associata alla sclerosi multipla sia nelle persone che nei topi, fornendo potenziali informazioni sui meccanismi della disbiosi intestinale nella sclerosi multipla e nuove indicazioni per future diagnosi e terapie basate sul microbioma.(AGI)