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Romania al voto: testa a testa Simion vs Dan

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Domenica il popolo rumeno è pronto a tornare alle urne. Tutti gli occhi della comunità internazionale sono puntati su queste elezioni dopo che lo scorso dicembre la Corte Costituzionale ha annullato il voto a seguito delle accuse di interferenze russe e di una massiccia campagna social a favore di Georgescu, vincitore delle elezioni di novembre a cui è stata poi esclusa la possibilità di ricandidarsi.
Dopo il trionfo del primo turno, il candidato di estrema destra, George Simion, affronterà il sindaco di Bucarest pro-Ue, Nicusor Dan. Il leader del partito nazionalista Aur – già candidato alle elezioni del 24 novembre, in cui aveva ottenuto meno del 14% dei voti – il 4 maggio ha quasi triplicato i suoi voti al primo turno, ottenendo il 40,9%.
Fan del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e un tempo attivo come hooligan del calcio, è noto per i suoi discorsi infuocati, ma anche per l’abitudine di indossare spesso un berretto con lo slogan del presidente degli Stati Uniti “Make America Great Again”. Il 38enne ha ripetutamente denunciato frodi elettorali, bollando la decisione della Corte costituzionale rumena di annullare le elezioni e la successiva esclusione di Georgescu come un “colpo di stato”. Come prova della sua lealtà a Georgescu – che al primo turno si è presentato ai seggi con Simion – si è persino rifiutato di partecipare ai dibattiti televisivi. Pur descrivendosi come “più moderato” di Georgescu, condivide la sua avversione per quelli che definisce “i burocrati non eletti di Bruxelles”.
Il filoeuropeista Dan, 55 anni, è il suo esatto opposto. Ha fatto campagna elettorale con la promessa di portare “cambiamento” e “onestà” in Romania sulla scia del voto annullato. Matematico, rieletto sindaco per un secondo mandato nel 2024, durante la campagna elettorale ha condannato come “corrotto” e “arrogante” l’establishment politico al potere dalla fine del comunismo quasi quarant’anni fa. Da quando è stato eletto sindaco per la prima volta nel 2020, Dan è orgoglioso di aver modernizzato il sistema di riscaldamento della capitale e i suoi impianti sportivi, riuscendo a far uscire la città dalla bancarotta. Candidandosi come indipendente alle elezioni presidenziali, il riformatore ha espresso sostegno all’Ucraina e ha promesso di mantenere il paese sul suo percorso “filo-occidentale”, esortando gli elettori a respingere l’approccio “isolazionista” di Simion.
I sondaggi danno un testa a testa serratissimo. George Simion sarebbe in vantaggio con il 52%, ma in lieve calo rispetto ad aprile, con Nicușor Dan al 48%, ma in forte risalita negli ultimi giorni. La sfida è all’ultimo voto. (AGI)