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Pompei: visita Alberto II di Monaco nel ricordo di Grace

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Si è conclusa al Santuario della Madonna del Rosario di Pompei la visita del principe Alberto II di Monaco, tappa particolarmente significativa, come ha sottolineato nel discorso di saluto e ringraziamento al sindaco della città, Carmine Lo Sapio, nell’aula consiliare del comune di Pompei, questa mattina. “Due sono i momenti salienti di questo mio viaggio – precisa – in primo luogo, la visita al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei e alla cappella dedicata a San Bartolo Longo, suo fondatore, ma questa visita ha anche un significato del tutto particolare per me. Mia madre, la principessa Grace nutriva anch’essa, come Bartolo Longo, una profonda devozione al rosario. Ne conosceva i misteri e li recitava con fervore – racconta – inoltre aveva un rapporto speciale con il prete irlandese Patrick Peyton, fondatore della Family Rosary Crusade, movimento cattolico volto a promuovere tra le famiglie la preghiera del rosario per rinsaldarne l’unione”.
“Nel 1981, all’interno della Basilica di San Pietro a Roma, insieme alla principessa Grace, egli aveva registrato – ricorda ancora Alberto II di Monaco – per una produzione televisiva cristiana californiana, una trasmissione dal titolo The Greatest Mystery, che evocava il rosario e i suoi misteri”. Su un piano “meno mistico”, il Principe di Monaco si è detto “particolarmente felice e commosso” per l’invito a visitare il sito archeologico di Pompei “Conosciuto in tutto il mondo per la sua bellezza, il suo eccezionale stato di conservazione, tappa imprescindibile per i visitatori di questa Regione”.
“Noto con molto interesse che le scoperte storiche sono sempre continue ed emozionanti; ci consentono di conoscere – afferma – meglio la vita degli uomini che qui hanno vissuto durante l’antichità, quei «romani» dei quali noi in Europa, Monaco compresa, beninteso, siamo tutti un po’ i discendenti”. Dopo una breve passeggiata, interrotta per saluti, selfie e foto tra la gente, una breve pausa per un cambio d’abito, dopo la cerimonia in comune, Alberto di Monaco in tenuta casual, snikers, cappellino e giubbino blu, ha raggiunto uno degli ingressi degli scavi di Pompei. Accompagnato dal direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, ha ammirato i Praedia di Giulia Felice, un grande complesso organizzato come una ‘villa urbana’, composta da grandi spazi verdi e un complesso termale privato. Ha attraversato via dell’Abbondanza arrivando all’Insula dei Casti Amanti, da dove ha potuto osservare la tipica architettura delle case romane e l’attività dei restauratori in corso. Una delle tappe all’interno dell’antica Pompei ha interessato la Regio IX, oggetto di recenti scavi e nuove scoperte, come la casa del Tiaso, dove è stata rinvenuta una megalografia.
Nel pomeriggio, il principe Alberto di Monaco è stato accolto dall’arcivescovo Tommaso Caputo, che lo ha accompagnato nella cappella Bartolo Longo, dove sono conservate le spoglie del fondatore del Santuario. Poi, dopo alcuni minuti in preghiera, nella basilica, ha ascoltato la messa presieduta dal rettore, monsignor Pasquale Mocerino. Prima di andare via ha salutato tutti i bambini accolti nelle opere di carità del santuario e ha scambiato ancora alcune parole con l’arcivescovo Caputo. Il viaggio in Italia del principe monegasco, in territorio legati alla famiglia Grimaldi, questa volta è durato due giorni. Prima di arrivare in Campania, Alberto II di Monaco ha visitato, ieri, Irsina in Basilicata, nella provincia di Matera. (AGI)
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