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Periferie: bimbi invadono Brancaccio la “terra promessa” di 3P

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I ragazzi invadono il terreno confiscato alla mafia e dove “3P”, Padre Pino Puglisi, il parroco beato ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993, ha sognato un luogo di comunità e di crescita per tutti. Arrivano le “Brancacciadi”. Lunedì 30 giugno, dalle 17 alle 20 si svolgeranno nel terreno di via Natale Carta (angolo via Fichidindia), a Brancaccio. Un quadrangolare di calcio, minivolley, minibasket e tanti altri giochi insieme. L’iniziativa è dei volontari e degli operatori della parrocchia di San Gaetano, dell’Ufficio missionario diocesano e del Centro sportivo italiano, dentro il percorso che condurrà al Giubileo regionale dei missionari di settembre, a Palermo, e al Festival della missione di ottobre a Torino, che ogni tre anni la Fondazione Missio, organismo della Cei, organizza e che avrà due focus: un sud del mondo, Haiti, e uno d’Italia, Brancaccio, appunto.
Un pomeriggio di festa e condivisione, quello del 30, per iniziare a godere insieme dello spazio dedicato ai giovani, capace di accogliere, di costruire, generare e far fiorire una “Terra promessa” – che è il nome del progetto parrocchiale – verso cui camminare insieme. E che si vuole invadere pacificamente e gioiosamente.
Brancaccio è la periferia del sud che a ottobre ‘occuperà’ anche il centro di Torino. Lo farà con una mostra fotografica curata dal fotografo e scrittore Francesco Faraci, innestata nel contesto urbano, con immagini di vita del quartiere piazzate in spazi e cartelloni nelle strade del capoluogo piemontese. Non solo. Il Festival della missione, in ascolto del territorio e del parroco Maurizio Francoforte, scomparso nella notte della vigilia di Natale, si è messo a disposizione per dare un contributo alla realizzazione del sogno della comunità locale, che ha un nome “Terra promessa” e vari step di realizzazione, compreso un murale che rappresenti l’incedere dei ‘santi’ del quotidiano, anche loro volti prossimi legati al territorio: padre Pino Puglisi, il missionario laico Biagio Conte, i testimoni di giustizia e verità, i bambini e i residenti del rione. Brancaccio – è l’idea della comunità – è un popolo che cammina verso la rinascita che passa anche attraverso la riappropriazione di spazi, dentro una idea di evangelizzazione e di riscatto delle famiglie e dei più piccoli.
Nel 2013 il terreno di via Fichidindia confiscato alla mafia è stato dato in comodato d’uso alla parrocchia per la costruzione del nuovo complesso parrocchiale “Padre pino Puglisi”, vissuto come una terra promessa da Dio al suo popolo. Nell’attesa della realizzazione del nuovo complesso parrocchiale, la comunità ha deciso di intervenire realizzando in quello spazio alcune opere come un parco giochi per i più piccoli, in parzialissima parte realizzato, e altre strutture necessarie. L’area è delimitata da un muro “brutto” che si vuole rendere “bello” restituendo l’immagine di liberazione dell’Esodo: il popolo di Brancaccio in cammino verso questo spazio e quel sogno, la “Terra Promessa”, con il volto di coloro che sono stati identificati nel territorio come testimoni che permettono di entrare in un tempo nuovo e in una diversa visione del quartiere, della comunità, parte ed espressione di quella che l’arcivescovo Corrado Lorefice, vicino a questo percorso, spesso indica come la “città degli uomini”. (AGI)
MRG