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Per un nuovo multilateralismo, a Napoli evento su Soft Power

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“Un nuovo soft power dal Mediterraneo allargato verso il mondo in cambiamento”: è il titolo della conferenza internazionale che si terrà a Napoli il 26 e il 27 maggio, nel centro congressi dell’Università Federico II, con la partecipazione di autorevoli esponenti della politica, dell’economia e della cultura.
Napoli, che compie 2.500 anni dalla fondazione, è stata scelta per “la sua dimensione internazionale e per la sua collocazione geografica”. L’iniziativa è stata presentata – nella sala stampa della Camera – da Francesco Rutelli, fondatore e presidente del Soft Power Club – associazione che raggruppa autorevoli personalità dei cinque continenti – e dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Il Soft Power Club – ha spiegato Rutelli – è nato perché ci sono personalità, italiane e internazionali, prestigiose, che credono che l’ultima parola non debba essere data alla violenza, alle armi, alla sopraffazione, alle guerre, ma che ci sia uno spazio economico di crescita, di dialogo, di maggiore efficienza delle istituzioni internazionali, per trovare soluzioni. A Napoli, grande capitale del Mediterraneo, ci incontreremo proprio per trovare soluzioni e per farle proporre da protagonisti mondiali, che verranno e che interverranno sui temi della connettività digitale, tecnologica, economica, della diplomazia della cultura e delle soluzioni possibili nell’area del Medio Oriente, dove la tragedia sembra inarrestabile. Avremo – ha sottolineato – voci molto importanti, sarà un’occasione preziosa per la città, per l’Italia, per il Mediterraneo. Spero che saremo ascoltati a livello internazionale”.
Il primo panel, lunedì 26 maggio, si intitola “Economic, Digital and Technological Opportunities & Threats”, sarà introdotto da Rutelli, dopo un videomessaggio del ministro dell’Industria Adolfo Urso e vedrà la partecipazione, fra gli altri, di Fatih Birol, executive director International Energy Agency (Iea), di Yuan Ding, vice president and dean China Europe International Business School, di Fatou Jeng, Climate Advisor to the United Nations Secretary General. Nel pomeriggio, il secondo panel sarà intitolato “The Role of Culture, Cultural Diplomacy & Creative Industries”, con la partecipazione di Ana Luiza Massot Thompson-Flores, director Unesco Liaison Office in Geneva, Arianna Traviglia, coordinator Center for Cultural Heritage Technology. Conclusioni di Alessandro Giuli, ministro della Cultura.
Martedì 27 maggio, nella sala convegni dell’Università Orientale, “Strategic Dialogue & Solutions for the Eastern Mediterranean Region” è in programma una tavola rotonda con Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia. Conclusioni del principe di Giordania, El Hassan Bin Talal. Nel corso dell’iniziativa invierà un messaggio anche il primo ministro francese Bayrou.
Il Soft power è stato ideato da Joseph Nye nei primi anni ’90, agli inizi della stagione di “globalizzazione collaborativa”. Oggi ha nuove potenzialità. Su quattro direttrici, che saranno approfondite nel corso della conferenza: “per contribuire a un multilateralismo efficace e all’adattamento ai cambiamenti climatici; per l’utilizzo della diplomazia culturale; per la cooperazione e il dialogo, dal Mediterraneo, al Medio Oriente, ai nuovi corridoi verso l’Indo-Pacifico”, è stato spiegato.
Anche il Fondo Monetario internazionale, è stato sottolineato nel corso della presentazione dell’evento, ha un Global Index per valutare quanto le nazioni utilizzano il Soft power, basato fra l’altro sull’innovazione, sulla qualità delle istituzioni, sulla qualità dell’educazione, sull’autorevolezza.
La sesta “Soft Power Conference” è stata realizzata con il sostegno di Almaviva e dell’Institute of European Democrats (Ied) di Bruxelles, con il supporto di Tecno Group, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Università Federico II, in collaborazione con Università di Napoli L’Orientale. (AGI)