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Papa: il primo cardinale dall’Iran in un Conclave

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Nessun leader della Chiesa cattolica ha mai visitato ufficialmente l’Iran – dove i cattolici sono poche migliaia – ma nei prossimi giorni, per la prima volta uno dei cardinali che sceglierà il successore di papa Francesco arriverà dall’Iran. Si tratta del francescano belga Dominique Joseph Mathieu, 61 anni, arcivescovo di Teheran-Ispahan dei Latini e creato cardinale proprio da Bergoglio nel Concistoro del 7 dicembre 2024, che lo fa entrare nella storia come primo cardinale titolare di una sede episcopale in terra iraniana.
Nato il 13 giugno 1963 ad Arlon, dopo gli studi liceali, è entrato nell’Ordine dei Frati minori conventuali. Ha emesso la professione solenne nel 1987 ed è stato ordinato sacerdote il 24 settembre 1989. Dal 2013 è stato incardinato nella Custodia Provinciale d’Oriente e di Terra Santa.
In Iran – Paese a maggioranza musulmana sciita – su una popolazione di 80 milioni di persone, i cattolici di rito latino sono circa 2.000, di cui almeno 1.300 vengono dalle Filippine. Si tratta per lo più di stranieri e personale di ambasciata.
Non ci sono mai state visite pastorali di un Pontefice in Iran. L’unica presenza registrata di un Papa sul suolo iraniano risale al 1970, quando Paolo VI fece un breve scalo tecnico a Teheran durante il suo viaggio in Asia. In quella sosta incontrò l’ultimo scià di Persia, Mohammad Reza Pahlavi, ma non aveva in programma alcun incontro religioso né visite a luoghi cristiani. In precedenza, nel 1960, lo scià aveva incontrato papa Giovanni XXIII in Vaticano, segno di un’era di espansione della diplomazia culturale tra l’Iran e l’Europa. Negli ultimi anni, diversi presidenti iraniani hanno incontrato il Papa in Vaticano: Mohammad Khatami, fu ricevuto nel 2007 da Benedetto XVI e Hassan Rouhani nel 2016 da Papa Francesco. (AGI)
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