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Onu: tratta delle donne, il grido d’allarme al Palazzo di Vetro

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La piattaforma nata a Pechino nel ’95 ha fornito ai governi un modello per raggiungere l’uguaglianza di genere, incluso il rafforzamento degli strumenti per contrastare la tratta di donne e bambini. Il rapporto stilato dalle Nazioni Unite nel 2024 ha rivelato che il 61 per cento delle vittime è rappresentato da donne e ragazze, e lo stesso vale per il 92 per cento delle vittime di sfruttamento sessuale. “A trent’anni dalle promesse fatte a Pechino – ha ammesso Taina Bien-Aimé, direttrice di Coalition Against Trafficking in Women – l’apatia rimane travolgente quando si tratta di garantire pari diritti alle donne e alle ragazze”. La Dichiarazione e la Piattaforma d’Azione di Pechino del 1995 hanno fornito ai governi un modello per raggiungere l’uguaglianza di genere, incluso il rafforzamento “dell’attuazione di tutti gli strumenti pertinenti sui diritti umani per combattere ed eliminare la tratta di donne e bambini, compresa quella a fini di sfruttamento sessuale”. Ma i risultati sono stati deludenti. “Come sopravvissuta – ha spiegato Gabrielle Prieto, leader di una no profit che si occupa a New York di sostegno alle vittime di violenze – invito gli Stati membri a rispettare il diritto internazionale e ad adottare leggi nazionali che mirino a contrastare la domanda che alimenta lo sfruttamento sessuale”. L’Italia è guidata dal Rappresentante permanente d’Italia all’Onu, l’ambasciatore Maurizio Massari, e include una delegazione parlamentare, tra cui figurano la vice presidente della Camera Anna Ascani e rappresentanti del ministero per la Famiglia. L’Italia ha organizzato tre eventi: uno dedicato alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili (13 marzo), uno sul femminicidio (12 marzo) e il terzo incentrato sull’agenda “donna, pace e sicurezza” e “giovani, pace e sicurezza” (12 marzo), in collaborazione con Unicef, Unfba, Un Women, Osce, Unione Africana e Burkina Faso. In programma anche un evento promosso dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, dedicato ai diritti delle donne in Africa occidentale con un’attenzione particolare su Gambia, Guinea e Sierra Leone (17 marzo), due sui diritti delle donne e ragazze afghane, un evento sull’uguaglianza di genere e gli aiuti umanitari in collaborazione con Save the Children e ChildFund Alliance, e uno sui diritti delle donne ucraine nell’ambito degli sforzi di ricostruzione post-bellici in collaborazione con il governo di Kiev. (AGI)