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Non solo Garlasco e Arce, misteri e ombre su 3 gialli italiani

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Nel giro di 24 ore due omicidi che hanno segnato le cronache italiane dell’ultimo ventennio hanno trovato una svolta: prima la Cassazione ha annullato l’assoluzione dell’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco per la morte di Serena Mollicone, uccisa nel paese del Frusinate nel giugno 2001. L’indomani è spuntato un nuovo indagato per la morte di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007: si tratta di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Potrebbe essere il suo uno dei due Dna trovati sotto le unghie della studentessa e per questo ora è accusato di omicidio in concorso con ignoti o con l’allora fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, l’unico condannato per quel delitto che adesso valuta di chiedere la revisione del processo.
Ombre e misteri avvolgono anche altri gialli rimasti insoluti o sui quali le sentenze non hanno mai cancellato del tutto dubbi e perplessità. (AGI)
STRAGE DI ERBA: l’11 dicembre 2006 in seguito a un incendio furono scoperti quattro cadaveri in una palazzina a Erba, centro industriale della Brianza: una 30enne, il figlio di due anni e la madre 60enne della donna, e la loro vicina di casa 55enne. Si scoprirà che erano stati uccisi tutti a sprangate e coltellate. Il marito della 30enne, Mario Frigerio, si era salvato solo per una malformazione della carotide e la sua testimonianza fu decisiva per la condanna all’ergastolo, il 3 maggio 2011, dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi che abitavano al piano terra della palazzina. I due avevano dapprima confessato la strage per dissapori di vicinato, poi avevano ritrattato.
Nell’aprile del 2023, Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano, aveva chiesto di riaprire il caso ma a luglio 2024 l’istanza di revisione della sentenza è stata rigettata: Olindo e Rosa restano in carcere. VIA POMA: c’è un’inchiesta ancora in corso, a Roma, sul delitto di via Poma, l’omicidio nell’agosto del 1990 della ventenne Simonetta Cesaroni con 29 colpi di tagliacarte. Il gip della Capitale, infatti, a dicembre ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla procura. Il nuovo procedimento per omicidio volontario era stato avviato nel marzo del 2022 dopo un esposto dei familiari della vittima in cui si chiedeva di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti e sentiti nelle indagini precedenti. Il giudice ha chiesto ai pm di ascoltare gli inquirenti dell’epoca e alcuni testimoni per verificare eventuali incongruenze su alibi e dichiarazioni rese in passato.
Al centro delle indagini, inizialmente, era stato per molti anni il portiere dello stabile di via Poma, Pietrino Vanacore accusato prima di omicidio e poi di essere complice dello stesso. L’uomo era stato anche arrestato ma pochi giorno dopo scagionato dal tribunale della libertà. Nel 2010 l’uomo si è suicidato, il giorno prima di essere ascoltato come testimone nel processo in corte d’assise a carico di Raniero Busco, l’allora fidanzato di Simonetta Cesaroni. Busco, in primo grado, venne condannato a 24 di reclusione. In appello fu assolto e la sentenza trovò anche la definitiva conferma della Cassazione.

– MEREDITH: non è mai stata fatta piena luce sull’omicidio a Perugia della studentessa ventenne di Leeds, Meredith Kerchner, a cui fu tagliata la gola la notte del 1 novembre del 2007. Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati assolti in Cassazione il 27 marzo 2015 per non aver commesso il fatto. Per la giovane americana è stata confermata in via definitiva la condanna a 3 anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (lo aveva accusato dell’omicidio), già scontati. Nel novembre 2021 è uscito dal carcere dopo 14 anni l’ivoriano Rudy Guede, l’unico condannato per il delitto con l’accusa di violenza sessuale e concorso in omicidio con ignoti. Restano molti dubbi sulla sua colpevolezza e ancor più sul fatto che possa aver agito da solo. (AGI)