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Via libera dal Cdm a uno scostamento di bilancio da 32 miliardi

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Via libera dal Consiglio dei ministri allo scostamento di bilancio, che sale a 32 miliardi. L’extra deficit servirà per finanziare il nuovo decreto Ristori con gli interventi a sostegno dell’economia, a partire dagli indennizzi alle attività colpite dall’emergenza pandemica. La dote del piano di aiuti è quindi superiore ai 24-25 miliardi previsti inizialmente. Lo scostamento passerà poi al Parlamento che dovrebbe votarlo entro il 20 gennaio.

Ma in Cdm, il terzo in tre giorni, arriva anche una ‘proroga-ponte’ per la ripresa dell’invio delle cartelle esattoriali. Il decreto legge approvato prevede l’ulteriore differimento, dal 31 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021, dei termini previsti per la notifica “degli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, nonché degli altri atti tributari elencati dall’articolo 157 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”.

Nel decreto legge sulle misure fiscali, il Consiglio dei ministri ha deciso inoltre per il rinvio del termine per i versamenti relativi all’imposta sui servizi digitali per il 2020 dal 16 febbraio al 16 marzo 2021, nonché “il rinvio del termine per la presentazione della relativa dichiarazione dal 31 marzo 2021 al 30 aprile 2021”. Soddisfatto il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, che sottolinea come con i 32 miliardi di euro approvati il governo ha il dovere “di dare sostegno immediato alle attività produttive, ai lavoratori, alle famiglie colpite. Sosteniamo l’economia e programmiamo il rilancio”.

Mentre per il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, “serviranno per finanziare la proroga della Cassa integrazione Covid e le altre misure di sostegno a lavoratori e imprese del prossimo Decreto Ristori”. Per il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, dall’approvazione dello scostamento “seguirà un decreto per dare respiro alle nostre imprese e lavoratori”.

 

Fonte: economia agi


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