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Usa 2020: da Uber a Marijuana e aborto. Così i referendum

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AGI – Oltre che per l’elezione del presidente degli Stati Uniti e il rinnovo del Congresso, in numerosi Stati americani si è votato su vari quesiti referendari. Dalla legalizzazione della marijuana alla restrizione dell’aborto, dallo status dei driver di Uber alla nuova bandiera del Mississippi, ecco come è finita.

Marijuana libera

Gli elettori di Arizona, New Jersey, Montana e Sud Dakota hanno votato a favore della legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo. Sale così a 15 (16 con il distretto di Columbia) il numero degli Stati Usa dove i cittadini di età superiore ai 21 anni possono liberamente fare uso di cannabis. è stato inoltre approvato in Mississippi il quesito referendario sulla legalizzazione della marijuana a scopo terapeutico. Ora uno statunitense su tre vive in uno Stato dove la marijuana è legale.

Funghetti terapeutici

In Oregon, uno degli Stati più liberal d’America, sono stati approvati due referendum che segnano un ulteriore allentamento delle leggi sugli stupefacenti: nel ‘Beaver State’ è stato depenalizzato il possesso di numerose droghe pesanti, comprese la cocaina e l’eroina, ed è stato approvato l’utilizzo dei funghi allucinogeni a scopo terapeutico. A Washington D.C. sono state invece alleggerite le sanzioni per il possesso di funghi allucinogeni e altre piante da effetti psicotropi.

Uber e Lyft in California

Fallisce il tentativo delle autorità della California di imporre regole più rigide alla ‘gig economy’. Il 58% degli elettori ha detto sì alla ‘Proposition 22’, il quesito messo ai voti da Uber e Lyft per abrogare la legge statale che conferiva ai loro ‘driver’ lo status di dipendenti.

I conducenti che si appoggiano alla app rimangono quindi lavoratori autonomi ma godranno di maggiori garanzie, tra cui contributi assicurativi commisurati alle ore di lavoro. Uber e Lyft avevano minacciato di abbandonare la California se la ‘Proposition 22’ non fosse passata, lasciando letteralmente “a piedi” decine di migliaia di driver.

Aborto in Louisiana 

Gli elettori della Louisiana hanno approvato un testo che nega all’aborto lo status di diritto riconosciuto dalla costituzione dello Stato. Si tratta di un verdetto che potrebbe entrare in gioco qualora la Corte Suprema decida di rovesciare la decisione Roe contro Wade che legalizzò l’interruzione di gravidanza in tutti gli Stati Uniti. In Colorado, invece, gli elettori hanno detto no a un quesito che chiedeva di proibire l’aborto dopo le 22 settimane salvo i casi in cui la vita della donna è in pericolo.

Gerrymandering 

Gli elettori della Virginia hanno approvato un emendamento alla costituzione statale che toglie al parlamento locale la possibilità di ridisegnare i collegi elettorali a vantaggio della maggioranza di turno, pratica nota come ‘gerrymandering’. Il compito di delimitare i collegi passerà ora a una commissione bipartisan le cui proposte dovranno essere approvate dall’assemblea, che non potrà però modificarle.

Salario minimo

Gli elettori della Florida hanno approvato l’aumento a 15 dollari del salario minimo orario, un obiettivo che verrà raggiunto in modo graduale entro il 2026. L’incremento è in linea con quello già approvato da California, Connecticut, Illinois, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York e Washington D.C.

Bandiera confederata in Mississipi

I cittadini del Mississippi hanno scelto di abbandonare la loro bandiera, che mostrava l’emblema dei confederati, alla luce della mutata sensibilità sociale nei confronti di questi simboli. Il nuovo stendardo rappresenta un fiore di magnolia su uno sfondo blu scuro. Il nome ufficiale del Rhode Island, inoltre, da oggi sarà semplicemente “Rhode Island” e non più “Rhode Island and Providence Plantations”. I residenti del piccolo Stato hanno votato per eliminare queste ultime tre parole che rievocavano il passato schiavista.  

Vedi: Usa 2020: da Uber a Marijuana e aborto. Così i referendum
Fonte: estero agi


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