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Ultimatum della Corte Costituzionale tedesca alla Bce

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“Riaffermiamo la primazia del diritto Ue e il fatto che le sentenze della Corte di Giustizia dell’Ue sono vincolanti per tutte le corti nazionali”. La Commissione europea replica a muso duro alla sentenza della Corte costituzionale tedesca sul programma di Qantitative easing della Banca centrale europea e difende l’autonomia e l’indipendenza di Francoforte e la legittimità delle sentenze della Corte europea di Giustizia, che in un parere del 2017, proprio su richiesta della Corte tedesca, aveva giudicato ammissibile il piano di Qe lanciato dalla Banca Centrale europea nel 2015.

“La Commissione ha sempre rispettato l’indipendenza della Bce nell’implementazione della sua politica monetaria”, dice il portavoce di ursula von der Leyen, Eric Mamer. La difesa dell’indipendenza dell’Eurotower e delle arriva anche per bocca del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che ribadisce come la Bce sia una istituzione indipendente e la sua indipendenza e’ alla base della politica monetaria europea”.

E un richiamo ai trattati e all’indipendenza di Francoforte viene rivendicata dal capo della Vigilanza della Banca Centrale Europea, Andrea Enria, che non commenta direttamente la sentenza, ma chiarisce che “l’indipendenza della Bce è sancita dal trattato stesso, sono certo che la Bce agirà utilizzando a pieno la sua indipendenza”.

La decisione dei giudici di Karlsrhue non fa riferimento al pacchetto di misure decise dalla Bce nelle ultime settimane per fronteggiare la crisi economica legata alla pandemia di coronavirus: a marzo l’istituto di Francoforte ha varato un pacchetto di acquisto di titoli per 750 miliardi di euro in funzione anti-spread per frenare la speculazione e dare fiato ai paesi più colpiti e più indebitati.

Ma nella situazione attuale, in cui i governi sono ancora in una impasse sugli strumenti da mettere in campo per aiutare i paesi e si attende la proposta della Commissione sul Recovery Fund, la sentenza della Corte tedesca aggiunge un ulteriore elemento di incertezza. Venerdì è in programma una nuova riunione dell’Eurogruppo e dei ministri delle Finanze europei non hanno ancora trovato un accordo nemmeno sugli strumenti su cui si era raggiunto un compromesso, a cominciare dal Mes.

L’Olanda nei giorni scorsi ha fatto sapere che intende porre una serie di condizioni per dare il via libera definitivo alla possibilità di usare una linea di credito del Meccanismo europeo di Stabilità dedicata alla pandemia del coronavirus: l’Aia chiederà ai paesi che faranno ricorso al Mes la firma di un memorandum d’intesa da parte dei paesi beneficiari, la realizzazione di un’analisi di sostenibilità del debito e prestiti di una durata inferiore a quelli che vengono normalmente concessi dal fondo salva-Stati.

La partita insomma, non sembra finita, malgrado la situazione economica del Vecchio continente appare sempre piu’ fragile. Domani l’esecutivo Ue pubblichera’ le sue previsioni di primavera che si annunciano pesantissime per l’economia dell’eurozona e della Ue. Le previsioni economiche della Commissione europea domani presenteranno un quadro “abbastanza drammatico” per le prospettive dell’Ue in termini di Pil e disoccupazione, annuncia il commissario agli Affari sociali, Nicolas Schmit: “Abbiamo sentito molte cifre e sono abbastanza drammatiche in termini di perdita di Pil – ha detto Schmit – la situazione che ci aspettiamo è abbastanza grave in termini macro-economici, ma anche in termini di difficoltà nel mercato del lavoro e difficoltà per migliaia di imprese, in particolare piccole e medie imprese”. 

L’avvertimento di Constancio

Il rischio della decisione della Corte costituzionale tedesca e che l’impatto possa aversi anche sul programma Pepp, quello messo in campo dalla Bce per superare la crisi economica e finanziaria innescata dalla pandemia da Covid-19. “Questo è il grande rischio. In Germania arriveranno immediatamente nuovi ricorsi giudiziari contro la Pepp. La Corte insiste nella ridicola distinzione tra politica monetaria e politica economica e vuole la proporzionalità nei suoi effetti. Un economista tedesco puo’ spiegare cosa significa?”.

Per l’ex presidente della Bce dalla decisione ambigua della corte di Karlsruhe potrebbe scaturire una richiesta alla Bundesbank di vendere i bond detenuti. “Sì – scrive Constancio su Twitter – vogliono un piano per la Bundesbank per vendere le obbligazioni acquistate. Puo’ essere in ‘cooperazione con l’Eurosistema’ e a ‘lungo termine’. Lo Statuto della Bce (nel Trattato) permette operazioni di mercato con obbligazioni sovrane senza menzionare limiti o ingiunzioni di vendita”.

“In base a quale legge le dimensioni del bilancio come strumento di politica monetaria sono vietate dal tribunale tedesco?” si chiede l’ex vicepresidente Bce “o, per dirla in modo diverso: quali leggi devono essere cambiate per porre fine a queste visioni monetarie/economiche senza senso di questi avvocati?”.

This is the big risk. New court cases will come immediately in Germany against PEPP. The Court insists in the ridiculous distinction between monetary policy and economic policy and wants proportionality in its effects. Can a German economist explain what this means? https://t.co/2J5kdGX8Y6

— Vitor Constâncio (@VMRConstancio)
May 5, 2020

Le rassicurazioni di Gualtieri

Sarebbe “sproporzionato” il programma di acquisto di titoli di stato italiani da parte della Banca centrale europea, a partire dal 2015. A mettere sotto la lente il Quantitative Easing è la Corte Costituzionale tedesca che apre così un fronte di scontro con le istituzioni europee. La Commissione, infatti, ribadisce tramite il suo portavoce che il diritto comunitario prevale su quello nazionale. E questo e’ anche l’avviso del Commissario agli Affari Economici dell’Ue, Paolo Gentiloni, e del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Il primo ribadisce l’indipendenza della Banca centrale come “base della politica monetaria europea”. Il ministro dell’Economia precisa invece che l’attuale programma di acquisto di titoli della Bce, il Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp) “non è minimamente intaccato” dalla sentenza di Karlsruhe e che questa “non ha nessuna conseguenza sul programma in corso”.

Di piu’: “Sono certo che il chiarimento avverrà in tempi rapidi e quindi la sentenza non avrà alcuna conseguenza pratica e la Bundesbank continuerà a essere parte attiva della politica monetaria europea”, aggiunge Gualtieri. La miccia della polemica politica, tuttavia, è ormai accesa. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che giudica “inaccettabile” il fatto “che le sorti dell’Italia e dell’intera Europa siano decise in totale autonomia dalla Germania attraverso la sua Corte Costituzionale”. A Meloni risponde Benedetto Della Vedova di piu’ Europa segnalando come ci si trovi di fronte a una “sentenza sovranista, come piace a Meloni”

Preoccupazioni arrivano anche da chi non ha mai messo in discussione la presenza dell’Italia nel contesto europeo. Pur nella convinzione che non ci saranno ripercussioni sul piano messo in campo dalla Banca centrale per fronteggiare l’emergenza legata al coronavirus, il vice presidente del Ppe e di Forza Italia, Antonio Tajani, teme che possano esserci ripercussioni sui mercati.

E lo spread fra titoli italiani e tedeschi a quota 240 sembra confermare queste tensioni. Per il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina, “la decisione della Corte Costituzionale tedesca in merito al Quantitative Easing aggrava le prospettive dell’Eurozona e degli Stati a più elevato debito pubblico, come l’Italia. La decisione”, aggiunge Fassina, “è una sorta di ultimatum alla Bce in quanto, non soltanto inibisce acquisti asimmetrici di titoli di Stato in assenza di chiare condizionalità macroeconomiche e strutturali, ma dispone iniziative della Bundesbank e del Governo Federale di Berlino affinché Francoforte aggiusti lo stock di titoli già in acquistati”.

Il Pd, con Piero De Luca, invita a mantenere la calma, dato che “siamo in presenza di una ‘tempesta in un bicchier d’acqua’ e che la decisione della Corte costituzionale tedesca, che del resto ha anch’essa riconosciuto in principio la compatibilità con il diritto europeo del programma Pspp, non avrà alcuna ripercussione sulle nuove misure straordinarie Pepp appena varate dalla Bce per contrastare gli effetti economici e finanziari del Coronavirus”.

Vedi: Ultimatum della Corte Costituzionale tedesca alla Bce
Fonte: estero agi


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