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Tutti morimmo a stento. Vite di quelli che il virus si è portato via

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Sergio Bassi, meglio noto come ‘Cavallo. Pazzo’, ha messo in musica con la Padus River Band la pianura Padana, il fiume Po e i personaggi strampalati di acqua e di terra piatta. Tra i suoi successi, ‘E il fiume sta a guardare’, un album che in 20 canzoni accompagna il Po dal Monviso alla foce. “Ti ho visto perderti in un mare grande e salire tra le nubi più in là… poi ancora pioggia e chissà dove andrà”. E’ morto a Crema a 69 anni.

Gianni Bolzoni per 57 anni, fino a pochi giorni fa, ha regalato lentezza, assieme alla moglie Clemy, nella trattoria ‘Il Fulmine’ di Trescore Cremasco. Nello spazio rustico ricavato tra la nebbia e i colori dipinti dal regista Luca Guadagnino, si stava per ore a masticare culatello e delizie della Bassa, cullati dal suo sguardo prodigo. E’ morto a 80 anni.

Mariangelo Buttafava, si incrociava in ogni angolo di Casal Pusterlengo, spesso col suo carlino al guinzaglio. Carabiniere che amava raccontare barzellette, è stato tra i fondatori della Croce locale, volontario al bar dell’oratorio dei Cappuccini, animatore del ‘Siparietto’, la compagnia dialettale del paese che allestisce commedie a scopo benefico “per raccontare l’uomo e le sue debolezze”. “Come dicevi tu, pusé, pusé”, lo salutano su Facebook. “Andiamo, andiamo”. E’ morto a 69 anni. 

Francesco (Ciccio) De Francesco, medico,  ha lasciato molte tracce di sé, perfino una fontana: quella dei ‘due fiumi”, nella piazza del suo paese natale, Barcellona Pozzo di Gotto, Sicilia.  Ha dipinto “pescatori, sogni e Madonne”, dice chi amava il suo gesto artistico e alcune opere le ha regalate alla sua città acquisita, Bergamo. Le ha donato infine le ultime energie: era tornato nell’emergenza a svolgere la professione  “ubbidendo al suo essere medico”, scrive un suo amico. E’ morto a 82 anni.  

Da Francesco Frigerio passavano tutti a Cesana Brianza. Con la moglie Maria, entrambi in grembiule bianco, gestiva lo storico alimentari del paese, quello con le caramelle nei grandi barattoli di plastica e tutto il necessario da mettere in credenza, Si era inventato la spesa a domicilio e un concorso disegno per i bambini che compravano le sue caramellche vedeva rattristati perché non andavano più a scuola per il virus. “La sua voce – ricorda il sindaco – annunciava ogni anno l’arrivo della Fiaccolata che segnava la fine dell’estate”. E’ morto a 73 anni.

Eros Gandola progettava spazi verdi e vendeva piante e fiori nella ‘perla del lago di Como’, la rilucente Bellagio, appoggiata sul promontorio che divide i due rami. “Storico esponente dell’associazione volontari del pronto soccorso”, lo ricorda il sindaco, testimoniando “il suo prezioso impegno per la comunità”. Socio del club degli alpini, allenava calciatori in erba. Viveva con la mamma. E’ morto a 49 anni.

Serena Lanfranchi di Calolziocorte, provincia di Lecco, aveva il tocco morbido della palleggiatrice che fa girare la squadra di pallavolo. Aveva vestito la maglia del suo paese e poi di altri club della zona, nel frattempo disegnava per mestiere .“Ricordo il tuo sorriso Sere, la tua voce mentre giocavamo, sempre lo stesso sorriso anche quando ti ho incrociato quest’estate. Ce l’avevi nell’anima quel sorriso”. E’ morta a 45 anni. 

Arrigo Lanfredini di Viadana, provincia di Mantova, non aveva un’officina di auto ma una clinica: “Guariva dinamo, trapiantava motorini di avviamento, risanava spinterogeni, faceva cantare le radio”, scrive il suo amico Angelo. Di notte, poi, studiava, “le sue notti erano un’immersione nella letteratura tecnica”. Per colpa della schiena, logorata dal troppo amore per il suo lavoro, aveva dovuto chiudere la sua officina, ma lo chiamavano dai paesi vicini per chiedergli fulminanti diagnosi. E’ morto a 81 anni. 

Don Fausto Resmini “se ne è andato nel silenzio e nella solitudine della notte, proprio come molti uomini vissuti in strada di cui lui si è preso cura nel suo ministero”, hanno detto i suoi compagni della Comunità don Milani di Sorisole, Bergamo. Cappellano del carcere della città per oltre 30 anni, “il mio ergastolo”.  Non amava le definizioni, come quella di “prete di strada”. E’ morto a 67 anni.

Francesca Scalabrini ha girato tante pagine, senza mai perdere il filo. Maestra elementare con la passione della tecnologia, mamma di Federica con la quale viveva a Rho, vicino a Milano, laureata in età matura, collaborava da qualche tempo con l’Università Cattolica di Milano nella formazione di giovani insegnanti.  Il 10 marzo scorso ha lasciato su Facebook queste parole: “Dedicatevi a chi vi fa ridere, pensare, crescere. L’albero non ospita i nidi di tutti gli uccelli”. E’ morta a 55 anni.

 

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Fonte: cronaca agi


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