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Trump mediatore nella guerra dei prezzi tra Mosca e Riad

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Le schermaglie tra Russia e Arabia Saudita e il fatto che la pandemia si stia diffondendo negli Stati Uniti, primo paese al mondo per contagi, con effetti devastanti sui consumi affossano i prezzi del greggio. Ad aggravare la situazione anche la decisione del dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti di sospendere l’acquisto di greggio per la Riserva Petrolifera Strategica a causa del fatto che i 3 miliardi di dollari di finanziamento del progetto sono stati lasciati fuori dal pacchetto di stimolo di 2.000 miliardi di dollari.

Il barile a picco

Per questi motivi il Wti cede quasi il 7% a 20,33 dollari al barile (dopo essere sceso sotto la soglia simbolica dei 20 dollari) e il Brent sprofonda di oltre il 12% sotto i 22 dollari, ai minimi da novembre 2002.
Di fronte a questo scenario il presidente russo Vadimir Putin si è detto disponibile a una cooperazione con gli Stati Uniti per stabilizzare il mercato.  Secondo un calcolo di Afp più di 3,38 miliardi di persone sono confinate nelle loro case, pari circa il 43% della popolazione mondiale.    

La contromossa saudita

Oltre a queste statistiche, a deprimere ancora di più le quotazioni il fatto che la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita prosegue in tutto il suo vigore. Oggi Riad ha annunciato che incrementerà le sue esportazioni fino al livello record di 10,6 milioni di barili al giorno. “Il Regno intende aumentare le sue esportazioni di petrolio di 600.000 barili al giorno a partire da maggio, il che porterà le sue esportazioni (totali) a 10,6” milioni di barili al giorno, ha detto un funzionario. 

Trump interviene a difesa delle compagnie petrolifere

Di fronte a tale scenario con il 70% delle compagnie shale statunitensi sull’orlo della bancarotta è intervenuto nuovamente il presidente americano Donald Trump. Parlerò a breve con il presidente russo Vladimir Putin dei prezzi del petrolio, ha annunciato in un’intervista a Fox News. 

“Non vogliamo che un’industria venga spazzata via”, ha detto Trump nell’intervista. La guerra dei prezzi “è un male per loro e un male per tutti. Questa è una lotta tra l’Arabia Saudita e la Russia che ha a che fare con il numero di barili da mettere sul mercato. Sono impazziti entrambi, sono impazziti entrambi”, ha ripetuto un Trump molto preoccupato. Senza ricordare che la causa della situazione attuale sono stati proprio gli Usa che hanno reso vani i taglio dell’Opec+ negli ultimi anni. La settimana scorsa gli Stati Uniti sono invece andati in pressing sull’Arabia Saudita per farla desistere a inondare il mercato di greggio. Il segretario di stato Mike Pompeo ha telefonato al principe saudita Mohammed bin Salman per provare a convincerlo a desistere. 

Cominciano a destare allarme molti Stati africani 

Preoccupano intanto le condizioni di molti Stati africani che hanno nella vendita del petrolio gran parte dei ricavi del loro bilancio pubblico. Infine secondo un rapporto di Goldman sachs all’inizio del 2021 le quotazioni dovrebbero risalire a causa del ritorno della domanda dovuta alla fine del lockdown e dell’effetto degli stimoli fiscali che gli Stati stanno mettendo in atto. 

Vedi: Trump mediatore nella guerra dei prezzi tra Mosca e Riad
Fonte: economia agi


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