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Trump canta vittoria ma tende una mano ai dem. Obama: "Ora si riparte"

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Donald Trump canta vittoria per il voto di Midterm che lo blinda al Senato anche se gli toglie il controllo della Camera dei rappresentanti, tende cautamente la mano ai democratici e si toglie un sassolino dalla scarpa licenziando Jeff Sessions, il ministro della Giustizia che si era astenuto dall'intervenire nell'indagine sul Russiagate.

"Abbiamo fermato l'onda blu, degli 11 candidati da me sostenuti 9 hanno avuto successo", ha affermato il presidente americano in una vivace conferenza stampa, nel corso della quale non sono mancati battibecchi con i giornalisti, e avvertimenti all'opposizione: "Se i democratici penseranno di sprecare i soldi dei contribuenti, avviando un'indagine su di noi alla Camera, allora anche noi saremo costretti a valutare di indagarli al Senato per tutte le fughe d'informazioni classificate. Il governo si paralizzerà".

Trump ha auspicato una collaborazione bipartisan con il nuovo Congresso e ha chiesto ai dem di lavorare insieme su "infrastrutture", "sanità" e "ambiente". "I democratici hanno la maggioranza alla Camera", ha osservato, "e mi aspetto che portino avanti idee fantastiche come quelle sull'ambiente o sui prezzi delle medicine, a cui stiamo già lavorando, e proposte sui veterani. Ci sono altri punti su cui lavorare insieme e su cui possiamo andare d'accordo".

L'attacco ad un cronista della Cnn

Pochi, gli spazi di negoziato con i media: "Abbiamo vinto nonostante ci sia stata una copertura ostile nei confronti dei repubblicani", ha dichiarato Trump, che ha attaccato in piena conferenza stampa il reporter della Cnn, Jim Acosta, accusandolo di essere un "maleducato" e di diffondere "fake news": "Lei gestisce la Cnn e io gestisco il paese – ha tuonato il presidente americano – se lei lavora meglio, lavoro meglio anche io".

Le dimissioni imposte a Sessions (interim al capo di gabinetto Matthew G. Whitaker), però, non aiuteranno il dialogo, invocato a parole da Trump. Il presidente si è detto "non preoccupato" dal Russiagate, l'inchiesta sulla possibile collusione con i russi per la campagna presidenziale del 2016 e per questo motivo ha dichiarato di "non volerla fermare".

"Potrei licenziare tutti in questo momento, ma non voglio fermarla, perché politicamente non voglio fermarla … Potrei finirla adesso. Potrei dire che l'indagine è finita. È una vergogna. È imbarazzante per il nostro Paese", ha aggiunto, qualche ora prima di mettere alla porta Sessions, che ha lasciato il procuratore speciale Robert Mueller di condurre l'indagine.

I democratici in ripresa. Obama: "Si riparte"

E altri rimpiazzi arriveranno: il presidente vuole "considerare diverse persone per posizioni diverse" per il rimpasto annunciato. "Sono molto lieto del mio gruppo, per la maggior parte, sono contento di Pompeo che ha fatto un lavoro incredibile, per il resto avremo le idee più chiare in una settimana", ha dichiarato.

"Ora – ha precisato – abbiamo un cammino molto più facile al Senato, i democratici verranno da noi per qualsiasi cosa vorranno fare". I democratici, dal canto loro, non sembrano voler pensare a una politica bipartisan come ha spiegato l'ex presidente americano Barack Obama, che in questa corsa elettorale è tornato in campo. "La vittoria con cui i democratici si sono presi la Camera è solo l'inizio per i dem", ha detto, consapevole che aver strappato un ramo del parlamento ai democratici significa che riforme come l'Obamacare sono salve.

"Il nostro lavoro continua", ha ribadito l'icona dem in una nota, "il cambiamento di cui abbiamo bisogno non verrà da una sola elezione, ma è un inizio. La scorsa notte, gli elettori di tutto il Paese l'hanno cominciato. E sono fiducioso che andando avanti, inizieremo un ritorno ai valori che ci aspettiamo nella nostra vita pubblica: onestà, decenza, compromesso e difenderci insieme come americani, non separati dalle nostre differenze, ma legati insieme da un credo comune". 

Vedi: Trump canta vittoria ma tende una mano ai dem. Obama: "Ora si riparte"
Fonte: estero agi


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