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Tessera sanitaria, alla ricerca del microchip

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Il ministero dell’Economia ha autorizzato il ritorno alla tessera sanitaria senza il microchip che permette di utilizzare la card con la funzionalità della Carta Nazionale dei Servizi. Il problema è la mancanza dei semiconduttori, che permettono il funzionamento di televisori, smartphone, auto, frigoriferi, perfino aeroplani, per la carenza dei materiali che li compongono determinata dalle crescenti tensioni tra Usa e Cina e della guerra tra Russia e Ucraina, che hanno colto impreparate le aziende produttrici, innescando una crisi senza precedenti nella catena di approvvigionamento

di redazione

A lanciare l’allarme, a gennaio di quest’anno, erano state le case automobilistiche. La crisi dei chip auto potrebbe durare almeno fino al 2023, rendendo di fatto impossibile al momento incrementare la produzione e soddisfare appieno la richiesta di veicoli da parte del mercato. Secondo gli specialisti del settore ci potrebbero volere tra i 2 e i 4 anni per risolvere questa situazione. Il Gruppo Stellantis ingegnerizza, produce, distribuisce e vende veicoli con i marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Jeep, Lancia, Peugeot, Citroen, DS e Opel e vetture di lusso con i marchi Ferrari e Maserati, a causa della crisi, ha fermato temporaneamente linee di produzione attive in stabilimenti spagnoli.

Adesso, anche l’Italia deve affrontare il problema. Infatti, si ritorna alla tessera sanitaria “semplificata”, per mancanza di microchip; ritorno che è stato autorizzato dal ministero dell’Economia, per intenderci: senza il microchip che permette di utilizzare la card con la funzionalità della Carta Nazionale dei Servizi per l’identificazione e autenticazione online, nonché per la firma elettronica avanzata nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni.

Per ovviare al problema, la vecchia tessera sarà valida fino al 31 dicembre 2023. La nuova tessera, invece, senza microchip varrà come codice fiscale e come Team, la tessera europea di assenza malattia: potrà quindi essere utilizzata per ritirare farmaci, prenotare esami e fare visite specialistiche.

Le sue altre funzionalità, invece, non saranno presenti. I servizi digitali, tuttavia, come spiegato dallo stesso ministero dell’Economia, potranno essere ancora fruibili con la vecchia tessera fornita di microchip anche se è scaduta.

Oltre a conservarla, però, i cittadini dovranno – prima della scadenza – estendere la durata del certificato di autenticazione, collegandosi sul portale del Sistema tessera sanitaria gestito dallo stesso Mef. Un’operazione per la quale è necessario essere ancora muniti del codice pin che era stato inviato insieme alla vecchia tessera. Ma non è garantito il risultato per una serie di variante di tipo tecnologico.

Il microchip è l’elemento che consente alla Tessera Sanitaria (TS) di evolvere in Carta nazionale dei servizi (TS-CNS) e di diventare così uno “strumento di identificazione in rete” che permette di fruire dei servizi della Pa. Ecco, dunque, che salta l’accesso ai servizi della Pa. Purtroppo, mancano le materie prime, quindi si devono fabbricare anche tessere sanitarie senza chip.

Il problema è quindi la mancanza globale di semiconduttori. Sia gli USA che la UE hanno deciso di finanziare e sostenere la produzione di semiconduttori e microprocessori negli Stati Uniti e in Europa, tuttavia, ci vorranno molti anni per raggiungere flussi produttivi di una certa rilevanza.

Come è noto i semiconduttori sono la struttura materiale che permette il funzionamento di televisori, smartphone, auto, frigoriferi, perfino aeroplani, grazie a loro compongono l’intera industria del silicio, fatta di cobalto, litio, grafite, nickel, niobio, gallio, germanio, vanadio e indio.

Materiali che a causa delle crescenti tensioni tra Usa e Cina e della guerra tra Russia e Ucraina si si sono rarefatti, cogliendo impreparate le aziende produttrici e innescando una crisi nella catena di approvvigionamento che sembra non avere precedenti.