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 Tamponi agli agenti che entrano nelle carceri  

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Le  carceri, dopo le rivolte di inizio marzo causate dal sovraffollamento e dalle restrizioni sui permessi per le visite dei familiari,  stanno reggendo  all’emergenza coronavirus, ma serve una maggiore controllo per gli agenti che ogni giorno si recano nei penitenziari per svolgere il loro servizio.

A  più di un mese dalle prime direttive emanate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, lo scorso 22 febbraio, sono 19 i detenuti positivi su un totale di 58.035. Di questi –  secondo i dati diffusi dallo stesso istituto, pubblicati sull’organo ufficiale del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria –   due sono ricoverati in strutture ospedaliere, gli altri si trovano in isolamento sanitario in camere singole dotate di bagno autonomo all’interno di apposite sezioni detentive, dove vengono effettuati tutti i controlli disposti dalle autorità sanitarie.

Per quanto riguarda il personale di Polizia Penitenziaria, su circa 38mila unità sono 116 i positivi al tampone: 17 sono ricoverati in ospedale, mentre la maggior parte si trova in isolamento fiduciario domiciliare o nel proprio alloggio in caserma. Proprio per prevenire al massimo la possibilità di contagi dall’esterno, sono state predisposte 145 tensostrutture davanti agli ingressi degli istituti penitenziari per il triage. Negli istituti dove non è presente la tensostruttura sono stati individuati appositi locali isolati.

Dai dati, emerge che  il contagio tra il personale di polizia risulta infatti 6 volte superiore rispetto  a quello tra i  detenuti. “E’ per questo motivo che stiamo chiedendo con forza – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – di fare un’adeguata profilassi al personale, con tamponi o altri mezzi, al fine di evitare che chi entra dall’esterno possa contagiare altre persone. L’unico istituto dell’Emilia Romagna, dove stanno facendo i tamponi a tutti, ci risulta sia Piacenza: lì risultano 80 agenti non in servizio, non sappiamo per quale motivo, ma la situazione potrebbe creare problemi. A Reggio Emilia viene rilevata la temperatura al momento dell’ingresso in istituto, a Bologna è stato fatto il tampone a una piccola parte del personale, così come a Parma. Non ci risulta che negli altri istituti della regione siano state attivate procedure di verifica di possibili contagi, nonostante, ci è stato riferito che ci sarebbero già circa 40 contagi, tra lo stesso personale di polizia penitenziaria. Chiediamo che anche in Emilia Romagna si proceda come in Toscana, dove tutto il personale verrà sottoposto ad esame sierologico – concludono i sindacalisti –  grazie alla decisione assunta dalla Regione, dopo la richiesta del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria”.

Vedi:  Tamponi agli agenti che entrano nelle carceri  
Fonte: cronaca agi


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