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Storia di Paskedda (10 figli) eroina ‘per caso’ nella Sardegna dell’Ottocento

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AGI – Una disobbediente del popolo, una vedova con 10 figli, una combattente che, nella Nuoro del 1868, ha guidato un manipolo di disperati per cercare, invano, di salvare sé stessa e il suo esercito non violento dalla fame. Questa era Paskedda Zau, figura storica che ha conosciuto negli ultimi anni un ritorno di fiamma tra i suoi concittadini e alla quale è dedicato un nuovo volume, pubblicato da edizioni Abbà, a firma di Gianluca Medas, regista, scrittore e attore.

Il titolo del libro ricalca un motto attribuito a Paskedda Zau, eroina ‘per caso’, divenuto nel tempo molto celebre in Sardegna, al punto da essere spesso cavalcato come slogan politico: ‘Torramus a Su Connottu’, torniamo al conosciuto, che per il mondo di Paskedda era la proprietà collettiva di quelle terre a uso civico che i Savoia, con il pretesto di finanziare la rete ferroviaria, stavano mettendo in vendita.

Fonte di liquidità per i Piemontesi, quei terreni erano l’unico mezzo di sostentamento per la quasi totalità degli abitanti di Nuoro, che nel diciannovesimo secolo ancora vivevano del reddito da pascolo e dei frutti delle terre a uso civico.

I moti di ‘Su Connottu’ a Nuoro

Fu proprio la sessantenne Pasqua ‘Paskedda’ Selis Zau, la mattina del 26 aprile 1868, a dare la scossa a suoi concittadini rassegnati, conducendoli sino al palazzo comunale. Tra le mani, una bandiera improvvisata, fatta con un bastone e una vecchia sottana. I manifestanti riuscirono a dar fuoco ai documenti catastali, ma non ad arrestare il procedimento in atto, anzi: i terreni furono venduti, e circa settanta degli oltre trecento cittadini scesi in piazzala maggioranza dei quali donne – furono arrestati per poi ottenere, dopo alcuni mesi, l’amnistia.

“La storia senza le donne non è vera storia, non rappresenta pienamente la cultura, l’evoluzione di un Paese e di un popolo”, scrive la giornalista Susi Ronchi nella postfazione del libro di Medas. “La storia senza le donne propone un modello di ricostruzione parziale, incompleto, che rievoca e perpetua l’esercizio del potere maschile attraverso il susseguirsi di lotte, battaglie, conquiste, genocidi, guerre lunghissime che coinvolgono il mondo intero”.

La lotta per i diritti fondamentali

l mito di Paskedda Zau, infatti, va al di là dell’esito della protesta: “Lei richiama i valori universali della lotta per la democrazia”, dice all’AGI Gianluca Medas, autore del volume e fine conoscitore della figura di Zau, al punto di essere tra i soci fondatori dell’associazione a lei dedicata. “Una donna come Paskedda ricorda a noi tutti la necessità di lottare senza sosta per ottenere i diritti fondamentali”.

La sua forza, secondo l’autore, sta anche nel fatto che la sua protesta sia nata in un contesto di forte arretratezza e povertà di mezzi come quello della Sardegna dell’Ottocento. “Mentre qui si protestava per il legnatico, negli stessi anni, a San Francisco, i lavoratori scioperavano per ottenere la giornata lavorativa di otto ore“, ricorda Medas. “‘Torramus a Su Connottu’ non è un grido politico, ma un urlo di disperazione dal basso per reclamare la sopravvivenza”.

Una ‘Marianna’ di Sardegna

Il fatto poi che sia stata una donna senza istruzione, per l’epoca già anziana e madre di dieci figli, ad arringare e condurre un piccolo esercito infuriato ma non violento, povero e disperato, conferisce ulteriore potenza a questa figura femminile: “Quasi una Marianna di Sardegna”, secondo Medas, che ha scritto il volume dopo anni di ricerca archivistica soprattutto per tramandare la memoria di questa eroina di Barbagia alle giovani generazioni.

“Il suo coraggio, scaturito dalla rabbia di proteggere la sua famiglia numerosissima, è arrivato fino a noi grazie ai versi in limba di un poeta testimone degli eventi“, ricorda Ronchi nella postfazione. “Un caso, quindi, una semplice e fortuita circostanza, ci consente di celebrare, attraverso la memoria, quei fatti storici, di ricordare quella domenica a Nuoro di poco più di un secolo fa, le cui principali protagoniste sono state le donne, capeggiate da una di loro, una uguale a tutte loro”.

Il murale proibito

Da cinque anni l’associazione ‘Paskedda Zau’ porta avanti sul territorio numerose iniziative, la principale delle quali è la rievocazione, ogni 26 aprile, dei ‘moti di Su Connottu’. La minuscola piazza di fronte all’ex casa comunale in cui imperverso’ la furia dei manifestanti, da decenni un palazzo diroccato, grazie all’impegno dell’Associazione è stata intitolata a Paskedda.

Quasi tre anni fa, per alcune settimane, sulla facciata fatiscente del vecchio Comune campeggiò un murale in bianco e nero, realizzato da giovani artisti in accordo con l’Associazione, che raffigurava Paskedda Zau come l’eroina di un manga, sciarpa da sessantottina al vento e pugno in aria. L’opera suscitò polemiche tra i cittadini e nelle stanze del palazzo comunale – stavolta quello nuovo – fino alla cancellazione perché realizzato senza autorizzazione. 

Source: agi


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