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Stato di emergenza fino a luglio e sanzioni più dure per chi viola i divieti

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Un decreto legge per mettere ordine dopo i numerosi Dpcm e le ordinanze dei ministri. E dare la possibilità al Parlamento di emendare, correggere e convertire un provvedimento che va a riassumere tutte le decisioni prese finora nel contrasto al coronavirus.

Il passaggio di oggi del Cdm – che fissa lo spazio temporale delle misure (ma non è detto affatto che si arriverà alla data stabilita del 31 luglio, “siamo pronti ad allentare la stretta”, ha spiegato Conte), dà margini di azione alle regioni e ai comuni, introduce una sanzione amministrativa per chi non rispetta le regole (multe fino a 3 mila euro) e certifica che il premier deve informare le Camere ogni quindici giorni – punta a ‘legittimare’ il Parlamento, ridando centralita’ al lavoro di deputati e senatori.

Una ‘legittimazione’ che arriva dopo l’ennesimo richiamo alla coesione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che in occasione dell’anniversario dell’eccidio delle Ardeatine rimarca come al termine di quegli anni terribili “segnati dalla dittatura e dalla guerra, l’unita’ del popolo italiano consenti’ la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione”.

È “la stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l’intera comunità”, sottolinea la prima carica dello Stato. Un po’ tutti gli attori in campo nell’emergenza coronavirus fanno i conti con i ‘desiderata’ del Colle. Per esempio il premier Conte – già lunedì aveva accolto i leader dell’opposizione e detto sì ad un tavolo tecnico – sarà a Montecitorio domani per l’informativa.

Il Pd – tramite un’iniziativa di Bettini, consigliere molto ascoltato da Zingaretti, e di Marcucci al Senato – promuove nei fatti l’istituzione di un coordinamento parlamentare con le opposizioni, con l’ok del Movimento 5 stelle; e il ministro dell’Economia Gualtieri fa sapere che nel dl di aprile ci sarà la proposta di un altro scostamento del deficit, proposta che era arrivata anche dal centrodestra. Insomma perlomeno nella forma si cerca di costruire quel clima di concordia auspicato da Mattarella.

Ora occorrerà capire se questa fragile ‘tregua’ e’ destinata a resistere oppure salterà al primo ostacolo. Domani per esempio a palazzo Madama si vedranno gli esponenti di maggioranza e opposizione per porre le basi del lavoro sul ‘Cura Italia‘. La proposta di un incontro è stata firmata da tutti i partiti della maggioranza, ma – riferiscono fonti parlamentari – Italia viva non avrebbe nascosto una certa freddezza.

Il timore è che il tentativo in atto da parte del Pd e del Movimento 5 stelle possa servire piu’ che altro ad evitare modifiche al provvedimento. I renziani – con Marattin – vogliono per esempio destinare i 3 miliardi del cuneo fiscale 2020 (attualmente destinati ad incrementare leggermente da luglio la busta paga dei lavoratori dipendenti) all’emergenza, puntano a dare più soldi agli autonomi, ma il ministero dell’Economia e il premier hanno già fatto sapere che i margini di modifiche del dl sono stretti.

Resta diffidente anche Salvini: “Aspettiamo – la linea della Lega – atti concreti”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fratelli d’Italia e Forza Italia che vincolano il giudizio sul ‘Cura Italia’ all’altro decreto che arriverà entro metà aprile. Oggi c’è da registrare anche l’insofferenza del Pd per certi atteggiamenti dei ‘tecnici’ come Borrelli, commissario all’emergenza sanitaria: l’auspicio è che si limitino ad agire nell’ombra, senza la ricerca di protagonismi.

Il Pd punta sul clima di unità nazionale (“Ci sarà il tempo degli scontri ma ora giochiamo tutti nella stessa squadra”, aveva detto due giorni fa Franceschini), anche – confida un esponente dem – per ‘imbrigliare’ Salvini e vincolarlo ad assumersi ogni tipo di responsabilità. Ma dal partito del Nazareno c’e’ subito la presa di distanza netta a chi pensa di poter cambiare governo (Salvini proprio ieri ha parlato della necessita’ di un ‘gabinetto di guerra’).

“Non credo – dice Bettini – a soluzioni politicamente pasticciate e strumentali; per esempio, un Governo di tutti per andare avanti in questa legislatura”. Un modo per rafforzare ulteriormente il premier Conte che oggi ha difeso in conferenza stampa l’operato dell’esecutivo sull’emergenza sanitaria. Anche di fronte alle azioni delle regioni e alle proteste dei sindacati sulla lista delle attività produttive che devono rimanere aperte.

Ai governatori il presidente del Consiglio concede la possibilità di introdurre misure piu’ restrittive e conferma di non voler avocare affatto i loro poteri, spiegando pero’ che “sulle misure decide il governo”.

E anche ai sindacati dice che “la porta e’ sempre aperta”, che si sta lavorando insieme “a degli aggiustamenti” ma – puntualizza – il periodo della concertazione è finito, “alla fine le scelte le fa il governo”. Insomma si’ al confronto con tutti, anche con l’opposizione, ma nessun tipo di condizionamento. 

Vedi: Stato di emergenza fino a luglio e sanzioni più dure per chi viola i divieti
Fonte: politica agi


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