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Sospese in Sardegna le adozioni nei canili municipali

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Con l’emergenza coronavirus le adozioni degli animali nei canili comunali sono state sospese anche in Sardegna e i veterinari, che si sono dotati di una sorta di ‘triage’, garantiscono solo visite e operazioni chirurgiche urgenti. Lo stop serve a evitare che persone senza scrupoli possano ‘usare’ l’animale come scusa per aggirare l’obbligo di stare a casa, visto che è consentito uscire per portare a spasso i cani.

“Purtroppo è difficile controllare le cessioni delle cucciolate dei privati che magari, pur di non tenersi i cani a casa, li danno a chi li richiede, senza le dovute precauzioni”, confermano all’AGI dal canile municipale di Sassari. “Tra l’altro, ora non si potrebbe mettere neppure il microchip, perché i veterinari garantiscono solo le urgenze. Chi dà un cane adesso è un folle. Al di là di questo momento, purtroppo, quello delle cucciolate dei privati è un fenomeno difficile da controllare”. 
 Al canile, invece, le pochissime telefonate che stanno arrivando sono soprattutto per informazioni generali. “In ogni caso, per ora è tutto sospeso, ma per nostra prassi”, assicurano dalla struttura comunale sassarese. “C’è un percorso da seguire per l’adozione del cane, con tutti i necessari controlli. Ci sono diverse persone che avevano già scelto il cane da adottare, prima dell’emergenza coronavirus, che stavano aspettando semplicemente di terminare il percorso di inserimento per portare il cane a casa. Ma ora, ovviamente, non possono né venire a prenderlo, né avvicinarsi anche solo per venire a trovarlo”.

Anche dal canile municipale di Cagliari  confermano lo stop delle adozioni : “Quando è scattata quest’emergenza, abbiamo ricevuto tramite l’Assl, una nota dall’assessorato regionale della Sanità, che ha deciso di chiudere al pubblico tutti i canili”.
 “Con l’emanazione del decreto, sono state sospese tutte le adozioni, anche per disincentivare le persone a trovare la scusa per poter uscire da casa”, aggiungono dal canile di Cagliari. “Appena sono state chiuse le scuole, ma prima che scattassero le successive restrizioni con l’obbligo di stare a casa, abbiamo ricevuto chiamate di famiglie con bambini, che si sarebbero volute avvicinare al canile. Ci hanno detto che, approfittando della chiusura degli istituti scolastici, ora avrebbero potuto seguire bene il cane. Ci hanno contattato anche persone che da molto tempo hanno un nostro animale in affido, a distanza, per chiederci se ci fosse la possibilità di avvicinarsi in canile per prenderlo e portarlo a casa. Ma, con la chiusura degli uffici, non è stato ovviamente possibile”.

 “In ogni caso, prima di dare un adozione un cane, si fanno dei colloqui per valutare se la persona sia convinta e idonea”, precisano dal canile municipale. “L’auspicio è che quando terminerà questa emergenza possa esserci un’ondata di adozioni consapevoli. Ci auguriamo  che le persone colgano l’occasione per riflettere meglio”.

Il ‘triage’ dai veterinari

Il presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Cagliari, Pietro Frongia, contattato dall’AGI, spiega che non gli risultano richieste di eventuali adozioni di cani ma che, vista l’attuale situazione, ora non sarebbe possibile prenderle in considerazione anche perché “potrebbero essere adozioni di comodo, perché i furbetti non mancano mai”.

Tra l’altro, anche negli ambulatori e nelle cliniche veterinarie, per ora, tutto ciò che è considerato di routine viene rimandato. “Per intenderci, vaccinazioni e patologie banali degli animali – chiarisce Frongia – ora non sono considerate come urgenze. Ovviamente, per le patologie importanti le visite sono sempre garantite. Così come sono garantiti i tagli cesarei e tutte le operazioni chirurgiche urgenti”.   C’è qualche persona che porta il proprio animale in ambulatorio con una motivazione banale. “È capitato”, ammette il presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Cagliari, “che qualcuno si sia avvicinato in ambulatorio solo per chiedere il taglio delle unghie del cane. Chiaramente, gli è stato fatto notare che, in questo momento, non era proprio il caso portarci l’animale per un motivo del genere”.

    Per evitare perdite di tempo, anche per gli animali, molti veterinari hanno previsto una specie di triage. “Di solito, abbiamo qualcuno in accoglienza”, sottolinea Frongia, “che verifica e seleziona i casi. Se si capisce che la patologia è inesistente o è solo una scusa, si invita il proprietario a ritornare a casa. Le visite, in linea di massima, vengono concordate prima con appuntamento telefonico, oppure se il proprietario si presenta in struttura, prendiamo l’animale e lo portiamo noi dentro per fargli una diagnosi, mentre il proprietario resta, in attesa, fuori dall’ambulatorio”.
 

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Fonte: cronaca agi


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