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Silvia rapita in Kenya, V giorno: la polizia non ha dubbi, "è viva"

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Foto segnaletiche dei sospetti, ricompensa per chi fornisce informazioni utili al ritrovamento della giovane cooperante italiana Silvia Romano, rapita in Kenya. Si stringe il cerchio intorno agli autori del sequestro e la polizia keniota è ottimista e, soprattutto non ha dubbi: Silvia Romano è viva. “Si trova nella foresta, in mano a tre degli assalitori. Gli altri cinque sono scappati. Di lei abbiamo la localizzazione e le impronte”, dice a Repubblica Noah Mwivanda, comandante regionale della polizia. Offerta una ricompensa a chiunque fornirà informazioni che portino all'arresto dei tre. La ricompensa è di 8.600 euro, una cifra enorme per quelle aeree rurali del paese.

I tre sospetti sono "armati e pericolosi"

La 23enne, volontaria per l'ong Milele Africa, è stata sequestrata nel villaggio di Chakama, nel sudest del Paese. Ora il team impegnato nelle operazioni di ricerca – che assicura "il massimo impegno per salvare la ragazza e arrestare i rapitori" – sta braccando i tre sospetti: Ibrahim Adan Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi, ritenuti tutte e tre "armati e pericolosi". In una dichiarazione stampa si invita la popolazione "a informare la più vicina stazione di polizia in caso di avvistamento" con la promessa di una ricompensa "da un milione di scellini se l'informazione dovesse portare all'arresto dei sospettati".

Gli investigatori, inoltre, hanno confermato di aver sequestrato due motociclette utilizzate dal commando durante il rapimento. I proprietari dei mezzi sono stati identificati in Moses Suleiman Mbogo e Joseph Bakuna Kazungu e sono tenuti "a presentarsi immediatamente alla più vicina stazione di polizia”. È stata la testimonianza di un residente nel villaggio di Chakama a indirizzare gli agenti verso i tre sospettati: Said Adan Abdi aveva affittato una camera vicino alla casa di Silvia Romano e vi aveva portato poi gli altri due. Sono spariti subito dopo il rapimento.

I rapitori non sono terroristi. Ma potrebbero venderla

La polizia non ha dubbi, il rapimento è stato messo in atto da banditi comuni allo scopo di ottenere denaro per la liberazione. Sembra, dunque, esclusa la pista del rapimento messo in atto da terroristi del gruppo somalo Al Shabaab. Rimane, tuttavia, il pericolo che la giovane cooperante possa essere venduta, dai rapitori, qualificati dalla polizia come criminali comuni, a gruppi terroristici. Il lavoro dell’Intelligence e dei servizi di sicurezza keniani, in collaborazione con i Ros italiani e servizi del nostro pese, è concentrata a stringere il cerchio intorno ai rapitori evitando, così, che Silvia Romano possa passare di mano.

Gli inquirenti sono dunque convinti che la giovane cooperante si trovi nella foresta in mano ai tre rapinatori. Il commando che ha sequestrato Silvia era composto anche da altre 5 persone che, secondo il comandante regionale della polizia di tutta la regione costiera del Kenya, Noah Mwivanda, citato da Repubblica.it, “sono scappate e ne abbiamo perso le tracce. Di lei (Silvia, ndr.) invece ne abbiamo la localizzazione e le impronte”. Sempre secondo il funzionario di polizia, il passaggio della sequestrata alla cellula somala di al-Qaida sarebbe stata sventata grazie ai controlli alle frontiere nord-est del paese.

 

 

Vedi: Silvia rapita in Kenya, V giorno: la polizia non ha dubbi, "è viva"
Fonte: estero agi


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