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Shopping, come cambiano le abitudini degli italiani dopo il Covid

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Di Daiana De Luca (Responsabile Comunicazione Confedercontribuenti)


Lo shopping post Covid è sembrato da subito una grande incognita. Se durante il periodo di quarantena ci siamo abituati ad indossare, tute, abbigliamento sportivo di ogni genere da sfoggiare in casa o per andare al supermercato, con la fine della serrata e con l’inizio della bella stagione, ormai entrata nel vivo, ci siamo resi conto di come le nostre abitudini d’acquisto siano esplicitamente cambiate.

Gli Italiani della pandemia, hanno, infatti, continuato a spendere denaro, durante l’emergenza sanitaria, solo per acquistare cibo (+15%) ed elettronica di consumo, ad esempio pc portatili o attrezzature per la ginnastica a casa. Sono calati,invece, i consumi per libri (-20%), mobili (-50%) e soprattutto abbigliamento (-75%).

A proposito di compere: come sono cambiate le abitudini d’acquisto degli Italiani?

Nell’Italia post pandemia, i consumatori cercano indubbiamente “sicurezza”, dunque condizioni igieniche garantite, con priorità, poi anche sulla convenienza di prezzi, qualità ed “ampiezza di scelta”. In questo quadro che sottolinea un epocale cambiamento di approccio al consumo, secondo alcuni studi di settore, l’età rappresenta un elemento da tenere in debita considerazione: i gruppi di consumatori più giovani riescono ad apprezzare ancora molto l’esperienza fisica dell’acquisto in negozio, mentre per  i consumatori più anziani, abituati ancora “all’interazione interpersonale”, l’acquisto “offline” potrebbe rivelarsi più problematico.

Ingressi contingentati nei negozi d’abbigliamento, divisori, igienizzanti e obbligo di mascherine, divieto, in qualche caso, di provare i capi d’abbigliamento prima dell’acquisto. Così sono proprio le grandi catene del c.d. “fast fashion” a pagare i costi più altri della pandemia. E mentre si fa largo sempre più, tra giovani e meno giovani, l’idea dello shopping online, che in Italia ha visto una impennata proprio durante la fase del lockdown, la nota catena H&M, per fare un esempio su tutti, annuncia la chiusura di ben sette punti vendita in Italia, con la conseguente perdita del posto di lavoro per diversi nostri connazionali.

Rimaste praticamente invendute intere collezioni primaverili, si punta tutto sullo shopping estivo. In Sicilia e nel Lazio, per consentire una più rapida ripartenza dei consumi, si è deciso di “scommettere” sull’anticipazione della data di inizio della stagione dei saldi estivi, che ha preso avvio il primo luglio. Si punta, dunque, sull’acquisto di costumi ed abbigliamento da mare che, pur con le dovute norme di sicurezza da seguire, verranno raggiunte dai vacanzieri nostrani per trascorrere ferie “inusuali” ma comunque meritate. Nel frattempo, Confedrercontribuenti, per voce del Direttore Generale, Toti Russo, ha auspicato una rapida ripresa dei consumi, invitando a recarsi in negozio per contribuire a risollevare l’economia ed in particolare le sorti di commercianti ed esercenti, duramente provati dalla crisi targata Covid-19: “Bisogna vivere l’ottimismo, bisogna che guardiamo al nostro futuro con lo sguardo del domani, trasmettendo quella capacità e quella volontà di vivere bene che è e rappresenta il nostro DNA e che crea ottimismo e positività, sempre nelle regole previste per evitare che il Covid 19 ci riporti nel buio più profondo”.


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