Type to search

Senòfane. La rivoluzionaria idea di progresso

Share

di Gianni De Iuliis

«Non è che da principio gli dèi abbiano rivelato tutte le cose ai mortali, ma col tempo essi cercando ritrovano il meglio».
(Senofane)
Tale frammento è uno dei più importanti della filosofia presofista poiché rappresenta un punto di svolta nella concezione ellenica di progresso.
Senofane (Colofone, 570 a.C. – 475 a.C.) si allontanò progressivamente dalla cultura arcaica, per cui le tecniche, la scienza e il sapere in generale erano stati rivelati dagli dei agli uomini.
Tale evento accade in un’epoca remota e indefinita, potremmo dire da sempre, e rappresenta il momento del passaggio dell’umanità dalla barbarie alla civiltà. La rivelazione in genere non era diretta, ma avveniva mediante particolari miti o eroi, che avevano generalmente la funzione pedagogica di spiegare il progresso scientifico, tecnologico e in generale culturale dell’umano. Il mito di Prometeo che ruba il fuoco agli dei è paradigmatico.
Con Senofane quindi il sapere è un’acquisizione culturale dovuta all’intelligenza umana, non un dono divino dall’origine spesso ignota e inindagabile. Una teoria razionalistica del progresso che mette in evidenza gli sforzi umani per accedere gradualmente, razionalmente e autonomamente alla civiltà.
Tuttavia anche nel mondo classico i filosofi ritenevano che il sapere fosse comunque già da sempre presente nella dimensione del divino, pur riconoscendo forme avanzate di umanesimo.
(32. Continua)