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Sanremo 1965. Bobby Solo nel solco della tradizione

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di Gianni De Iuliis

Dal 28 al 30 gennaio 1965 si svolge la quindicesima edizione del festival di Sanremo, condotta da Mike Bongiorno, affiancato da Grazia Maria Spina.

La canzone vincitrice fu Se piangi se ridi interpretata da Bobby Solo, la cui affermazione fu letta come una compensazione per la vittoria morale dell’anno precedente. Infatti nell’edizione precedente Bobby Solo presentò il brano Una lacrima sul viso, molto apprezzato da pubblico e critica e probabilmente destinato ad aggiudicarsi la gara. A causa però di un’improvvisa raucedine non riuscì a esibirsi dal vivo nella serata finale e, come da regolamento, fu escluso dalla competizione, vinta da Gigliola Cinquetti con il pezzo Non ho l’età. In quell’occasione fu coniata per lui l’espressione di vincitore morale.

Il pezzo vincitore dell’edizione del 1965 non è entrato nella storia. Nonostante il background rock, la canzone di Bobby Solo s’inserì nel solco della tradizione melodica italiana, con un testo piuttosto sdolcinato, quasi adolescenziale («Se piangi, amore, / io piango con te perché sono parte di te. / Sorridi sempre, se tu non vuoi, / se tu non vuoi vedermi soffrire mai. / Se ridi, amore, / io rido con te perché tu sei parte di me. / Ricorda sempre, quel che tu fai / sopra il mio volto lo rivedrai»).

Il 1965 fu l’anno in cui cominciò a offuscarsi il prestigio internazionale degli Stati Uniti. L’assassinio di Malcom X il 21 febbraio (e in seguito quelli di Martin Luther King jr. e di Bob Kennedy), ma soprattutto l’intervento in Vietnam gettarono discredito sulle politiche degli USA (ma anche Sparta non ride: l’invasione di Praga da parte dell’Unione Sovietica nel ’68 avrebbe provocato sdegno in tutto il mondo). Il bipolarismo mostrava segni di crisi, tanto che cominciò a manifestarsi un lento ma inesorabile processo in tutto il mondo per l’affermazione di un’autonomia politica e culturale di molti Stati. La contestazione giovanile del ’68, con la sua opposizione a ogni autoritarismo, ebbe in seguito un effetto dirompente nella società dell’epoca.

A marzo del 1965 ci furono i primi invii delle truppe statunitensi in Vietnam. Non ci soffermeremo ovviamente sulla Guerra del Vietnam, già ampiamente dibattuta e analizzata dalla storiografia internazionale. Tuttavia assoceremo questo evento ad altri due episodi del 1965 che sembrano confermare da una parte il ruolo incerto della Chiesa dopo il pontificato di Papa Giovanni XXIII nelle grandi questioni internazionali e dall’altra la perdita di appeal della società statunitense nel mondo.

Il 4 e 5 ottobre il pontefice Papa Paolo VI intervenne all’ONU come esperto di umanità, lanciando l’accorato appello «mai più guerre». Ma contemporaneamente il cardinale Spellman benedice le truppe che stanno partendo per il Vietnam con il Napalm stivato nelle navi. Egli si era già contraddistinto precedentemente contribuendo alla crociata anticomunista del senatore Joseph McCarthy, supportandola mediante una giustificazione religiosa. Il suo discorso ai soldati in partenza per il Vietnam era intriso di fanatico nazionalismo e conteneva la tesi dell’inevitabilità della guerra.  

Alle 17.27 del 9 novembre 1965 saltò la corrente elettrica a New York e in buona parte del nordest degli Stati Uniti.  Quella sera circa trenta milioni di persone rimasero senza elettricità: fu il più grande blackout nella storia americana mai avvenuto fino a quel momento. Uno smacco all’efficienza tanto decantata ed esibita dagli Stati Uniti. Un contrasto tragico con le innovative soluzioni tecnologiche che gli USA stavano applicando nella guerra in Vietnam.  

Non si è mai saputa la verità su questo incidente. Non si escluse il dolo, ma per non allarmare i cittadini statunitensi fu mantenuto il segreto. Si verificò tuttavia un fenomeno curioso. Il buio evoca pericoli, paure, ma anche reazioni ancestrali e impulsive. Dopo nove mesi da quel giorno le nascite registrarono che in quelle ore l’umano costretto al buio ebbe un forte impulso a concepire. Evidentemente la spinta alla conservazione della specie fu alimentata e ispirata da quel blackout che destabilizzò i cittadini del nordest statunitense, i quali reagirono alle paure arcaiche provocate dal buio facendo l’amore.


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