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Sanremo 1958: “Nel blu dipinto di blu” e la rivoluzione Modugno

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Continua la nostra road map verso il Festival ricordando l’edizione vinta dall’intramontabile “Volare” che, per la prima volta, fonde la classicità italiana con ritmi contemporanei, con l’irruzione di influenze internazionali sulla tradizione melodica italiana, dando uno scossone decisivo all’autarchia musicale e contribuendo a sprovincializzare la nostra musica leggera , mentre il Paese si appresta a vivere il suo boom economico

di Gianni De Iuliis

Dal 30 gennaio 1958 al primo febbraio 1958, dalle ore 22.00, si svolge l’ottava edizione del Festival, nel Salone delle Feste del Casinò di Sanremo. Conduttore Gianni Agus, affiancato da Fulvia Colombo. Edizione trasmessa in diretta radio-televisiva dal Programma Nazionale, all’epoca unico canale della Rai. Tutte le canzoni sono interpretate da due voci e la maggior parte dei cantanti è impegnata con più brani.

In questa edizione il vero protagonista del festival è la musica, la canzone. Meglio, proprio la canzone che vincerà, Nel blu dipinto di blu, cantata dall’autore, uno sconosciuto Domenico Modugno (che la scriverà con Franco Migliacci) in coppia con Johnny Dorelli. Per la prima volta un autore interpretava una canzone di sua composizione. Domenico Modugno diventò il primo cantautore ante litteram (il termine fu coniato due anni dopo) della storia di Sanremo.

Già dalla prima esecuzione l’entusiasmo è incredibilmente coinvolgente. Il pubblico comprende subito che qualcosa sta cambiando nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo. Soprattutto qualcosa sta cambiando nel panorama musicale italiano.

Possiamo a ragione affermare che la storia della canzone italiana si divida in un «Avanti Modugno» e un «Dopo Modugno». La musica e il testo sono rivoluzionari. La musica fonde la classicità italiana con ritmi contemporanei, con l’irruzione d’influenze internazionali (soprattutto i Platters) sulla tradizione melodica italiana, dando uno scossone decisivo all’autarchia musicale e contribuendo a sprovincializzare la musica leggera del nostro Paese.

Scrive all’epoca il Radiocorriere TV, presentando il brano: «Una volta tanto l’amore è visto con occhi di surrealista. Un fantasioso innamorato sogna di tuffarsi in un cielo che è blu come gli occhi della sua ragazza. È un blu mai visto tanto è blu e insieme con lei gli sembra di volare più in alto del sole, incontro alla felicità». Ancora il Radiocorriere Tv, dopo la fine della kermesse: «con il suo piglio a metà popolaresco e a metà surrealista, un po’ guascona e un po’ sentimentale, questa canzone (della quale tutti i più grossi editori stranieri si sono già accaparrati i diritti) ha dato un prepotente scossone alla tradizione e l’avvio a un genere nuovo e inconsueto».

Ma la vera rivoluzione è nell’interpretazione di Domenico Modugno. Durante l’esibizione accompagna con la mimica la sua voce per arrivare, nel celebre ritornello, a una liberatoria apertura delle braccia. Enfatizza con il linguaggio del corpo il testo, soprattutto l’energia del ritornello («Volare oh, oh / Cantare oh, oh / Nel blu dipinto di blu / Felice di stare lassù»), che invoglia a unirsi al canto. Da consumato attore teatrale alza le braccia verso il cielo, a sottolineare l’entusiasmo, la liberazione. Il pubblico in sala partecipa in maniera parossistica, le telecamere proiettano lo slancio vitale nei bar e nelle case di tutto il Paese. Musica e immagine diventano un sinolo inscindibile che molti anni dopo sarà all’origine dei video-clip.

In Italia è risultato essere il singolo italiano più venduto nel 1958. Negli Stati Uniti è stata prima in classifica per cinque settimane (l’unica volta per una canzone italiana); in totale ha venduto 22 milioni di copie nel mondo, la quinta canzone più venduta di tutti i tempi.

Le braccia alzate di Modugno verso il cielo ci proiettano nell’anno 1958, alle soglie del boom economico italiano. Nel blu dipinto di blu sembra il simbolo di un’Italia che riesce finalmente a rialzarsi dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Gli effetti dell’European Recovery Program, noto meglio come Piano Marshall, sono ormai maturi. L’aiuto statunitense consentì all’ancor fragile democrazia italiana di allentare le politiche di austerità e di migliorare le condizioni di vita della popolazione. Ci fu una crescita economica che fu definita il miracolo economico, soprattutto se confrontata con i tassi di crescita degli altri paesi. Aumentò la produzione industriale di largo consumo, orientata al soddisfacimento dei bisogni delle masse (televisioni, frigoriferi, elettrodomestici in generale, automobili etc.). Il Paese si avviava verso la società di massa, o società dei consumi. Calò la disoccupazione e aumentò l’occupazione femminile, contribuendo a una rivoluzione culturale del Paese.

A tal proposito ricordiamo anche che il 20 febbraio 1958 fu approvata la legge Merlin che dichiara illegittime le case di tolleranza, la cui chiusura definitiva avverrà nel settembre successivo. Un tema che pose all’attenzione del dibattito italiano alcuni nodi culturali e ideologici come la famiglia, la sessualità, il ruolo della donna, la morale pubblica e privata. La legge Merlin intercettò i cambiamenti epocali di una società che stava diventando sempre più industriale, rescindendo il suo cordone ombelicale con le sue origini rurali.

Anche la politica si fece interprete attiva di questi cambiamenti. La classe dirigente della Democrazia Cristiana si rese conto che era giunto il tempo di sperimentare nuove maggioranze parlamentari, con un’apertura a Sinistra, anche perché il Paese stava cambiando ed era necessaria una maggiore sensibilità sociale. Il convincimento della DC fu rafforzato dalla crisi ungherese e dalla posizione del PSI che condannò l’aggressione sovietica e maturò il definitivo distacco dal PCI, per aprire alla DC. Prima Fanfani, con l’appoggio esterno del PSI e poi Aldo Moro, con l’appoggio interno, vararono governi di centro-sinistra.

Infine nel 1958 moriva Pio XII. Il nuovo Papa, Giovanni XXIII, figlio di contadini bergamaschi, interpretò il suo ruolo con un grande spirito di apertura. Papa Roncalli fu un grande artefice della distensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Tutta la sua attività pastorale fu dedicata alla salvaguardia della pace e alla difesa dei più poveri. Tra le sue attività l’Enciclica Pacem in terris sui problemi della pace e l’Enciclica Mater et Magistra, mediante cui aggiornò la dottrina sociale della Chiesa e in cui affrontò il problema del sottosviluppo dei paesi poveri. In seguito convocò il Concilio Vaticano II, facendosi precursore di una Chiesa più aperta a tutte le fedi, non più eurocentrica. Ebbe un ruolo di primo piano anche in Italia, rappresentando un punto di riferimento autorevole per un Paese che si apprestava ad affrontare una modernizzazione tanto tumultuosa quanto improvvisa.