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Rinviare le elezioni in 7 Regioni e mille Comuni? L'ipotesi di votare in autunno

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Sono sette le Regioni attese al voto nella tarda primavera. E oltre mille i Comuni, tra cui almeno quindici i capoluoghi di provincia, in cui si dovranno eleggere i nuovi sindaci. Si tratta di milioni di cittadini che dovranno recarsi alle urne, per non parlare delle scuole, dove dovranno essere allestiti i seggi, e della campagna elettorale che, per forza di cose, non può certo fare a meno di radunare in uno stesso luogo un alto numero di persone. Tutto questo ai tempi del coronavirus, nel pieno di un’emergenza sanitaria che, almeno in queste ore, non annuncia a diminuire.

Il governo ha già deciso di rinviare, sine die, il referendum confermativo sul taglio del numero dei parlamentari, che si sarebbe dovuto svolgere domenica 29 marzo. E l’ipotesi che si fa sempre più strada, anche se c’è tempo fino al 23 per indicare una nuova data, è di un unico election day con Regionali e comunali: circolano le date di domenica 17 maggio, assieme a un eventuale primo turno, o domenica 31 maggio, quando si dovrebbero svolgere i ballottaggi. Ma anche le stesse elezioni locali potrebbero subire un rinvio in autunno.

Per ora si tratta solo di ipotesi, di cui si parla nei palazzi – sempre più vuoti – della politica. Nessuna decisione è attesa a breve, nè il tema è stato per ora oggetto di confronto nel merito sia all’interno della maggioranza che con le forze di opposizione. Il tema, tuttavia, c’è. “Io mi auguro di no. Mi auguro fino all’ultimo che non ci sia un rinvio” delle elezioni regionali in autunno, dice Giorgia Meloni. Matteo Salvini, nei giorni scorsi, aveva spiegato: “Non spetta a noi proporre o decidere” su un possibile rinvio, “ma ci piacerebbe essere coinvolti”. 

Certo, osservava lo stesso ex ministro, come del resto molti politici in queste ore, con le scuole chiuse e il rischio che non riaprano a breve, “come si fanno le regionali?”. A porre la questione è la candidata leghista alla presidenza della Toscana: l’emergenza coronavirus “rende difficile la campagna elettorale, come si fa a parlare di campagna elettorale quando c’è questo problema che sovrasta tutto”, e “probabilmente le elezioni verranno rimandate, verranno spostate, spiega l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi, nel corso di una diretta Facebook in cui è stata ufficializzata la sua candidatura. 

SUPPLETIVE A TERNI: Intanto si svolgeranno domani, senza rinvii ma con precauzioni speciali anti contagio, le elezioni suppletive in Umbria, nel collegio di Terni, per la sostituzione della senatrice Donatella Tesei della Lega, eletta presidente della regione. Sono chiamati alle urne i cittadini di circa 60 Comuni.

REGIONALI: Sono sette le Regioni attese alle urne in primavera. Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Puglia e Valle D’Aosta. Molto probabile, come avvenuto già in passato, che le elezioni regionali vengano accorpate con quelle comunali, per un unico election day. ​Sono infatti oltre mille i Comuni che torneranno al voto, tra cui quindici capoluoghi di provincia e quattro di regione. Votare in un’unica tornata servirebbe oltretutto a risparmiare circa 300 milioni di euro. La prima regione ad affrontare il test elettorale è la Valle D’Aosta. Ma il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, sta già valutando se rinviare con un decreto le elezioni regionali a causa dell’emergenza Coronavirus. L’ipotesi è di far slittare le consultazioni, fissate per il 19 aprile, al prossimo 10 maggio.

COMUNALI: Sono oltre mille i Comuni che nella tarda primavera torneranno al voto, tra cui quindici capoluoghi di provincia e quattro di regione, con gli appuntamenti più attesi che saranno quelli di Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo

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Fonte: politica agi


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