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Quelle riforme chieste dall’UE che impoveriscono l’Italia.

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dalla Redazione

Non nascondiamoci dietro un dito. Il PNRR è solo un “do ut des” con la UE. Siamo certi che esso non è la panacea di tutti i mali.
La Commissione UE (La Commissione europea è il braccio esecutivo politicamente indipendente dell’UE. È l’unico organo cui compete redigere le proposte di nuovi atti legislativi) sta imponendo agli stati membri, ed in particolare all’Italia, riforme che costeranno lacrime e sangue, sangue e lacrime. Un vero attentato alla ricchezza e ai risparmi dei contribuenti.
La riforma del catasto: nuove tasse all’orizzonte.
Il valore patrimoniale medio verrà stabilito in base a quello di mercato, espresso in metri quadri, e determinato da funzioni statistiche inserite in un algoritmo frutto di metodologie scientifiche riconosciute a livello nazionale. Anche la rendita catastale, espressa in metri quadri, verrà stabilita attraverso metodologie analoghe, ma si baserà sul valore locativo. Compito dei comuni sarà quello di partecipare al processo di riforma revisionando gli estimi e il classamento, senza dimenticare che andrà ridefinito anche il sistema delle commissioni censuarie e delle sanzioni catastali. Ettore Minniti, segretario nazionale di Confedercontribuenti, ha affermato: “Le dichiarazioni del Governo, relative alla riforma del catasto che non avrebbe avuto effetti fiscali, è una presa in giro o una barzelletta, fate voi. L’UE ha detto chiaramente che la riforma del catasto serve per incrementare la tassazione sulla proprietà immobiliare”.
Le concessioni balneari marittime.
Queste sono ore di trepidazione e angoscia per il futuro degli operatori balneari, dei cantieri navali, porti turistici e altre attività economiche che operano sulle nostre spiagge, demanio marittimo. Mario Draghi, presidente del Consiglio dei ministri, vuole chiudere la partita del Ddl concorrenza che introduce anche la riforma delle concessioni balneari, che fra un anno e mezzo, e precisamente dai 1° gennaio 2024, saranno assegnate tramite gara, con procedure a evidenza pubblica, così come ha imposto la EU. “Questa riforma porterà, inevitabilmente, le nostre spiagge e i nostri litorali – prosegue Minniti – ad essere gestite dalle multinazionali (arricchendole), mettendo sul lastrico migliaia di famiglie italiane. Le norme di salvaguardia appaiono insufficienti”.
La riforma salariale.
In deroga al principio generale del parallelismo dell’andamento del potere d’acquisto il Consiglio europeo ha invitato a sospendere per alcuni anni l’adeguamento tramite il metodo delle retribuzioni e delle pensioni in tutta l’Unione Europea. Nel frattempo i salari degli italiani sono sempre più poveri per colpa della super inflazione. Secondo l’Istat di cinque punti in Italia dice l’Istat e per la Bce ovunque in Europa. Questo significa meno consumi e Pil giù. Quale potrebbe essere il principio ispiratore di tale invito? Minniti ha la sua tesi: “A noi sembra una soluzione cervellotica quella proposta dalla Commissione UE. Forse per una politica relativa ai flussi migratori e del loro lavoro nell’Unione Europa, ma se così fosse, siamo alla follia pura. Come è possibile non tenere conto del forte incremento dei prezzi (benzina, bollette, spesa) nei prossimi rinnovi dei contratti. La Commissione Ue, con questi inviti, è fuori da ogni realtà”.
Agli analisti e agli osservatori politici sembra che con il PNRR l’Italia pagherà un prezzo altissimo, soldi in parte dati in prestito che dovremo restituire con tutte le condizionalità previste e che non sono poche e a volte penalizzanti.
In tutto ciò registriamo un depotenziamento del ruolo del Parlamento.