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Possibile una riforma fiscale radicale?

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Di Antonino Gulisano
In Italia la pressione fiscale è del 42,1%, è l’Ocse a fotografare il peso delle tasse sui contribuenti, dipendenti ed autonomi.
I dati forniti dall’Ocse con il report Revenue Statistics 2019 mostrano come il peso della pressione fiscale in Italia resti tra i più elevati nei Paesi aderenti all’Organizzazione, dove la media è del 34,3%.
Se, in media, le tasse in Italia sono più elevate degli altri Paesi appartenenti all’Ocse, è soltanto sulle società che si evidenzia una controtendenza. La percentuale di entrate derivanti da imposte su redditi e profitti delle società è inferiore alla media, mentre al contrario si conferma elevatissima sui redditi da lavoro.
A far alzare l’asticella della pressione fiscale in Italia sono le tasse sul reddito personale, l’Irpef, che grava in maniera importante sui redditi da lavoro sia di dipendenti e pensionati che degli autonomi. Si confermano elevatissimi anche i contributi previdenziali ed il cuneo fiscale, nonché le entrate relative alle tasse su beni e servizi.
Le tasse sulla proprietà, le cosiddette patrimoniali (tra cui rientrano Imu e Tasi) non superano la media dell’Ocse.
Un dato interessante riguarda invece l’imposta sul reddito e sugli utili societari, inferiore in Italia rispetto alla media dei Paesi Ocse.
Il Fisco italiano corre in controtendenza, anche per quel che riguarda la quota di contributi previdenziali.
La media Ocse ha registrato un calo consistente negli ultimi anni, e si assesta ora al 26%; in Italia, i contributi sociali, previdenziali ed assicurativi, rappresentano una parte consistente del gettito fiscale, con il conseguente problema del livello elevatissimo di cuneo fiscale sui redditi da lavoro.
Un Piano nazionale di riforma fiscale è necessario e urgente, anche alla luce delle emergenze sanitarie del Covid19.
Quali sono le criticità sul piano della dottrina fiscale e della giusta tassazione? Di solito si è data priorità al regime di proprietà o come obiettivo le nazionalizzazioni.
Inoltre, la riflessione in materia di fiscalità evidenzia due criticità: primo, non si è sviluppato un rapporto a livello internazionale e un sistema unico a livello UE per rafforzare e mantenere la tassazione progressiva; secondo, l’equità fiscale non ha recepito la questione della tassazione progressiva sulla proprietà.
Il concetto di tassazione giusta deve fondarsi sull’equilibrio fra tre tipologie legittime e complementari di tassazione progressiva: imposta progressiva sul
reddito, imposta progressiva sulla successione e imposta progressiva annuale sulla proprietà.
Altro capitolo riguarda la proprietà fondiaria dei terreni agricoli. Se una persona scoprisse nel sottosuolo del suo terreno una nuova risorsa naturale di enorme valore che può salvare la vita dell’intero pianeta, l’umanità rischierebbe di scomparire se questa risorsa non fosse condivisa. Ritengo che il sistema giuridico e politico vada subito modificato per consentire la condivisione universale, che il proprietario di quel terreno voglia o no. Il problema non è tanto se la ricchezza, una risorsa naturale, appartenga a tutti o a un singolo individuo, la ricchezza in fondo è un bene sociale.
Più precisamente tutta la creazione della ricchezza dipende dalla divisione del lavoro e dal capitale di conoscenza accumulato fin dagli inizi dell’umanità, dei quali nessuno singolo individuo può essere l’unico titolare.
La concezione “solidaristica” della proprietà considerata come proprietà “sociale” veniva già propugnata da Emile Durkheim per giustificare l’imposta progressiva sui redditi e sulle successioni.
In conclusione:
Qual è la situazione della ricchezza e come è concentrata, qual’è il ruolo del sistema fiscale?
La situazione si presentava come segue:
Tipologia del tributo
Imposta di bollo
Imposta di registro e sostitutiva Imposta ipotecaria
Diritti catastali
ICI/IMU/TASI
Bollo auto
Canone Radio TV
Imposta su imbarcazioni e aeromobili Imposta su transazioni finanziarie Imposta patrimonio netto imprese Imposta sulle successioni e donazioni Totale
Gettito annuale in milioni di euro 6.872
5.191
1.612
659 21.245 6.625 2.112 3
400
2
736 45.457
Come accennato sopra, a farla da padrone sono le imposte a base immobiliare, che compongono quasi la metà del gettito. In termini di equità, queste imposte hanno un effetto difficile da stimare.
Da questi dati si evince che tutto il carico fiscale è concentrato sull’IRPEF cioè sui redditi di lavoro, le pensioni e gli immobili (IMU, Tari, Tasi).

Una riforma del fisco realmente rivoluzionaria deve considerare la ricchezza nel suo complesso, cioè i redditi di lavoro, i beni mobiliari, le rendite finanziarie (eccetto la sottoscrizione di una pensione complementare) e le successioni, con scaglioni progressivi, come previsto dalla Costituzione, e fissare progressivamente un’imposta netta sulla ricchezza, dopo avere detratte tutti i costi, sia familiari che aziendali.
Questa riforma radicale del fisco si può evitare sia l’elusione che l’evasione e, in seguito ad essa, è possibile ipotizzare un’amnistia fiscale tombale, con un pagamento contenuto.


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