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Possibile che mezzo mondo sia passato per Codogno?

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Dalla Puglia al Veneto, dalla Liguria alla Toscana alla Germania. Sembra che tutti passino da Codogno e che la cittadina lodigiana di 16 mila abitanti  sia diventata il crocevia del mondo. Ma è davvero così e quali potrebbero essere le ragioni che l’hanno fatta diventare il focolaio dei focolai del coronavirus con 110 contagiati, ultimo dato di Regione Lombardia?  

La vocazione di Codogno

Una vocazione agli scambi sociali e di lavoro i codognini ce l’hanno sempre avuta se pensiamo che il primo ricordo per ogni bambino di ieri e di oggi è la Fiera Autunnale del Bestiame che si svolge tutti gli anni nel mese di novembre.  Un’esposizione di bovini, suini, trattori e tecnologia al servizio degli allevamenti che si tiene dal 1791, in quello che, si legge nel sito della manifestazione, fu il secolo d’oro del fervore economico quando il nome del paese “era conosciuto in tutta Europa attraverso l’ingegno e l’efficienza mercanti coraggiosi”.

Nello spazio di 45 mila metri quadrati si riuniscono circa 200 imprenditori da tutte le aree agricole del Paese (nessuno dall’estero) e rappresentanti delle principali associazioni di categoria, in quello che è considerato un appuntamento imperdibile per chi lavora nel settore. Codogno fa parte di un distretto, quello lodigiano, in cui vengono allevati 450.000 suini da ingrasso, 44.000 scrofe, 100.000 bovini controllati con una media di 9.000 chili all’anno di latte prodotto per capo. 

Da due anni, poi, con grande successo di pubblico e su impulso anche di Slow Food, il viatico della Fiera è la Mostra del Cotogno per promuovere le specialità gastronomiche del Basso Lodigiano, tra cui la gustosa mela il cui albero è simbolo della cittadina. Una fonte spiega all’AGI che i lavori di rinnovo della Fiera, per i quali Regione e Fondazione Cariplo hanno stanziato 2 milioni, sono al momento bloccati.

Il dna di Codogno è anche in una delle sue eccellenze scolastiche, l’Istituto Tecnico Agrario ‘Tosi’, dove vengono a studiare da diverse regioni. Uno dei suoi studenti è risultato nei giorni scorsi positivo al virus in Valtellina dove si era spostato nei giorni della paura. 

Snodo ferroviario

Del suo essere terra di confine tra Lombardia e l’Emilia, i codognesi hanno la laboriosità senza sosta dei lombardi  e la giovialità spiccata degli emiliani.  Ma anche la fortuna di essere uno snodo ferroviario e stradale sulle direttrici Milano-Bologna, Cremona-Mantova e per Pavia. Insomma, muoversi da e per Codogno è abbastanza agevole, circostanza che porta a un flusso di persone in entrata e in uscita e a un migliaio di pendolari al giorno che transitano da qui. A causa dell’emergenza coronavirus, anche le opere di riqualificazione della stazione di Codogno sono al momento in pausa. 

L’ospedale

Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, Codogno potrebbe essere assurta a fulcro del contagio perché non sono state adottate delle corrette procedure di prevenzione nell’ospedale civico dove era ricoverato M.Y.M., il ‘paziente uno’ di 38 anni ancora ricoverato in gravi condizioni al Policlinico San Matteo di Pavia, dove è stato trasportato dal piccolo presidio sanitario. Sulla questione, la procura di Lodi ha aperto un’indagine per epidemia colposa, al momento a carico di ignoti.

L’azienda sanitaria lodigiana si è difesa affermando di avere seguito con scrupolo le linee di prudenza raccomandate dal Ministero. Diversi medici e infermieri sono stati contagiati, molti altri sono barricati da giorni nella struttura, senza ricambio, in una strenua resistenza da molti definita eroica. Codogno è diventata l’emblema dell’emergenza perché qui è stato diagnosticato il primo caso, ma, a ben vedere, il numero di contagi è superiore nella vicina Castiglione d’Adda, di cui è originario M.Y.M. Un triste primato, il suo, più simbolico che reale.

Il capro espiatorio 

Della tesi, portata avanti da giorni nel gruppo Facebook ‘Sei di Codogno se’, si fa portatrice anche la consigliera regionale di Italia Viva, Patrizia Baffi, originaria della cittadina.  “Oggi che ci siamo resi conto che questo virus è così facilmente trasmissibile – dice all’AGI – e lo è anche da pazienti asintotomatici, possiamo ipotizzare che i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani possano avere dato inizio all contagio. E’ solo una domanda, ma perché nessuno se la pone? La verità è che non è che Codogno è al centro del mondo, ma sta pagando per tutti. Probabilmente anche quelle due persone, senza nessuna colpa, possano avere contagiato e tutto dunque non sarebbe partito da qua. Codogno non ha nessuna colpa”.

“Ci prendono in giro – commenta uno dei partecipanti al gruppo social che raccoglie gli sfoghi di chi abita a Codogno – ci tengono nascosti i contagiati di Roma e Milano perché mica le puoi paralizzare sennò l’Italia affonda. Meglio isolare la povera Codogno che un intero Paese”. C’è rabbia anche contro i media che sottolineano come gli infetti siano “transitati” da Codogno. “Chiamiamolo Codogno virus”, è l’amaro gioco di parole sullo stigma affiliato al  piccolo comune. Se si fossero fatti i tamponi a tutti in Italia, è opinione comune, si sarebbe scoperto che non è Codogno in cima alla classifica. La sua ‘sfortuna’ sarebbe stata solo la tempistica della prima diagnosi.

I legami con la Cina 

Una volta appurato coi tamponi che il presunto paziente zero, vicino di casa e amico d’infanzia di M.Y.M, non lo era, sebbene fosse stato in Cina, è difficile trovare dei legami tra questo territorio e l’Oriente. C’è il paradosso di Mta, azienda specializzata in elettronica, che ha una fabbrica aperta a Shangai, ma la casa madre di Codogno è chiusa. Nessuno dei sui 600 dipendenti è stato contagiato, perciò è escluso che un possibile principio di contagio arrivi da qui. Sullo sfondo e al momento solo come ipotesi di scuola, c’è poi la pista dei centri massaggi cinesi, molto gettonata sui social, ma, per ora, non si hanno notizie di lavoratori risultati positivi.

E finché non si troverà l’origine di tutto, Codogno resterà l’ombelico del virus che ha fatto indossare una mascherina a mezza ‘Italia dove l’unica risposta che piace ai codognini è quella contenuta in una lettera semiseria scritta pubblicata sul sito del Comune al Covid -19: “Vorrei chiederti come mai proprio Codogno? Tu lo sai che la gente di quei posti è temprata dalla nascita? Guarda che noi abbiamo la nebbia, il ghiaccio, il Po che fabbrica zanzare, allevamenti a non finire e spesso quello che chiamiamo profumo di campi è l’odore del letame usato per concimare! Dammi retta, procurati degli squisiti biscotti di Codogno e della cotognata e torna da dove sei venuto perché qui la gente è piuttosto cazzuta»

Vedi: Possibile che mezzo mondo sia passato per Codogno?
Fonte: cronaca agi


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