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Perché non dobbiamo aspettarci alcuna svolta sui migranti dal vertice di Salisburgo

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Nessuna "svolta" nella discussione sulla riforma del regolamento di Dublino né "passi avanti" sulla ridefinizione dell'operazione Sophia. Il vertice informale dei capi di Stato e di governo dei 28 che si apre stasera a Salisburgo non cambierà i pezzi sulla scacchiera dell'Europa sul tema immigrazione. La questione sarà discussa dai leader durante la cena ma ogni decisione concreta, se arriverà, sarà rinviata al summit di ottobre.

I gruppi di lavoro si aggiornano quasi quotidianamente e i negoziati sono in corso, riferiscono fonti diplomatiche ricordando che prima del vertice dei Capi di Stato di ottobre ci sarà un Consiglio Interni a Lussemburgo l'11. Domani però tutto resterà in stallo.

La posizione dell'Italia 

L'Italia tornerà a ribadire che il tema migranti "è prioritario nell'agenda europea", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo l'incontro con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ripetendo la richiesta di "maggiori investimenti in nord Africa". "Mi aspetto una collaborazione che mi è stata offerta da Kurz per realizzare questi principi quanto prima – ha aggiunto Conte che chiederà ancora "di intervenire in modo efficace per rivedere i protocolli operativi, come Sofia e Frontex, che vanno aggiornati alla luce delle conclusioni che abbiamo raggiunto lo scorso giugno".

Il governo in realtà, fa sapere un alto funzionario Ue, non ha presentato ancora nessun documento scritto al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Le posizioni dell'Italia sono note, e i parametri della posizione italiana sono stati discussi durante l'estate, in particolare "se i porti sicuri debbano essere solo in Italia o anche in altri paesi" e la "redistribuzione di tutte le persone che arrivano in Europa, a prescindere che siano migranti economici o potenziali rifugiati". Ma formalmente non è arrivata nessuna richiesta sul tavolo del Consiglio.

Alcuni in Europa sospettano che l'Italia in realtà non vuole nessuna soluzione

Un'altra fonte Ue si chiede provocatoriamente se il governo in realtà voglia davvero trovare una soluzione alla questione migratoria o punti a tenere alto il livello dello scontro in chiave elettorale, soprattutto perché l'Europa non sta davvero affrontando una emergenza. "Conte metterà sul tavolo la proposta dell'Italia, le sue idee sono ben conosciute, ma non mi aspetto che ci siano passi avanti, è difficile immaginare che ci sia un avanzamento delle posizioni italiane", ripete l'alto funzionario Ue. "Mi auguro che ci metteremo il risentimento alle spalle e che ci sia di nuovo un approccio costruttivo. Ma è difficile aspettarsi una svolta".

Così come nessuna svolta ci sarà sulla riforma del regolamento di Dublino. Kurz, farà il punto dei contatti bilaterali che ha avuto durante l'estate, ma nulla di più. L'idea che sul tema immigrazione i governi guardino più alla politica interna che alla ricerca di una soluzione al problema arriva dallo stesso Tusk che nella lettera di invito ai paesi membri premette che gestire la "crisi migratoria è compito di tutti gli stati membri e delle istituzioni Ue".

Tuttavia, aggiunge Tusk, fino a quando ci sarà qualcuno "che vuole risolvere la crisi e altri che invece la usano, questa resterà senza soluzione". Sulla gestione dei migranti "siamo molto divisi, anche aspramente – ammette il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, intervenendo al Consiglio Affari generali a Bruxelles – ma si tratta di una questione reale, politica e concreta con una incidenza sui flussi elettorali".

La gestione dell'immigrazione non si esaurisce al contrasto a quella illegale, dice il governo

Moavero ha ripetuto ai partner la posizione italiana, secondo cui la gestione della migrazione non si esaurisce nel contrasto alla immigrazione illegale, ma inizia nei paesi di origine e arriva fino all'arrivo da noi. Tutti quelli che arrivano, arrivano in Europa, è una responsabilità collettiva che dovrebbe avere conseguenze anche sul bilancio", ha continuato il titolare della Farnesina ricordando che "i fondi che oggi la Ue dedica ai fondi per l'Africa sono tristemente diminuiti" e ribadendo la richiesta alla Ue di un "impegno finanziario che se vuole essere serio deve rilanciarsi, non contrarsi".

Il vertice di Salisburgo si aprirà domani con la cena dei leader alle 19,30 che avrà al centro appunto la questione migratoria. Tusk riferirà ai leader dei colloqui avuti assieme a Kurz con il presidente egiziano Al Sisi al Cairo e ribadirà l'ipotesi di organizzare un summit Ue-Lega Araba. Al termine della cena la parola passerà a Theresa May che riferirà ai colleghi su Brexit, tema che il Consiglio affronterà il giorno dopo durante il pranzo nel formato a 27.

Vedi: Perché non dobbiamo aspettarci alcuna svolta sui migranti dal vertice di Salisburgo
Fonte: estero agi


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