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Per fare uno smartphone ci vogliono 40 elementi della Tavola Periodica

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Nel 1869 comparve la prima Tavola Periodica. A inventarla e presentarla fu Dmitrij Ivanoviè Mendeleev che, al tempo, non poteva certamente immaginare quanto sarebbero stati fondamentali questi elementi per il progresso tecnologico dell’uomo. Per produrre uno smartphone, ad esempio, ce ne vogliono all’incirca quaranta. Dal Carbonio (C) all’Idrogeno (H), dal Germanio (Ge) al Silicio (Si). Ma non tutti godono di buona salute. Alcuni fondamentali, come il Litio (Li) necessario per le batterie, i cui depositi si trovano solo in alcuni paesi dell’America del Sud e in Australia, stanno diventando sempre più rari. 

L’EuChems (European Chemical Society) ha accolto la proposta di un ricercatore italiano, Nicola Armaroli, per creare la prima “Tavola Periodica dell’Abbondanza”. Una sorta di memorandum in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla limitatezza delle riserve mondiali di alcuni elementi.

Un modo per far ragionare sulla complessità che alcuni oggetti di uso quotidiano. La versione italiana del progetto è stata invece elaborata dalla Società Chimica Italiana, in collaborazione con Zanichelli, ed è consultabile gratuitamente online

La Tavola dell’Abbondanza

All’interno di questa mappa così particolare i 90 elementi principali sono distinti per aree e colore in base a due parametri fondamentali: la quantità relativa ancora disponibile tra le risorse e il rischio di esaurimento. Ed è proprio a causa di questi parametri che si deforma in base all’informazione ricercata. 

È stato lo stesso autore a spiegarne le caratteristiche: “Si tratta di una tavola periodica un po’ particolare. Non ci sono numeri, elettroni, livelli, orbitali, pesi atomici, ma un solo dato: la quantità di risorse. Viviamo in una società che ha una intensificazione della dimensione materiale straordinaria e preoccupante. C’è quindi una certa urgenza di allargare la visione della tavola ai temi sempre più attuali delle risorse e della sostenibilità ambientale”.  .

Non si tratta quindi solo di un esperimento chimico-scientifico. Accanto ci sono riflessioni evidenti di carattere economico e sociale: l’indio (In), un elemento che fino a 30 anni fa sembrava inutile, oggi è indispensabile per la produzione di schermi ad alta definizione e touch screen. Eppure si trova soltanto in Estremo Oriente, ovvero in Cina, Giappone e Corea del Sud.

Ma anche elementi più noti al grande pubblico, come l’argento (Ag) e il gallio (Ga), sempre presenti nei nostri smartphone, hanno una aspettativa di vita di circa 100 anni. Una prospettiva che rende il loro riciclo l’unica soluzione per non esaurire le riserve.

Le iniziative di Zanichelli​​

Zanichelli, la casa editrice da oltre 150 anni impegnata nella didattica e nella divulgazione scientifica, ha lanciato una serie di iniziative per celebrare il Sistema di Mendeleev, tra cui un tour per gli insegnanti delle scuole e progetti multimediali. “Nei nostri incontri, – spiega ancora Armaroli – facciamo innanzitutto notare che nel 1990 in una casa media si contavano circa venti elementi chimici mentre oggi ne abbiamo una quarantina solo nel palmo di una mano. Lo smartphone è quindi da un lato un caso interessante di dematerializzazione tecnologica, perché sostituisce in unica soluzione moltissimi oggetti. D’altro canto, per realizzare questa meraviglia dobbiamo scavare, letteralmente, nella tavola periodica”.

Accanto a questa versione speciale, Zanichelli ha creato un sito apposito per consultarne una più classica nella forma e più interattiva nella fruizione. Oltre a ciò è disponibile anche una app gratuita disponibile per smartphone e tablet, scaricabile dai principali store online, con una versione “kids” per le scuole secondarie di primo grado.

Cliccando su ogni elemento sarà possibile conoscerne le caratteristiche principali più alcuni utilizzi particolari e inaspettati. Con tanto di esercizi e giochi che possono diventare uno strumento utile d’interazione in classe.

Vedi: Per fare uno smartphone ci vogliono 40 elementi della Tavola Periodica
Fonte: innovazione agi


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