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Paura per il focolaio del Tribunale di Milano, c'è chi parla di chiuderlo

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AGI L’imponente Palazzo di Giustizia di Milano trema. In Procura si può parlare già da qualche giorno di un focolaio, con tre pubblici ministeri positivi e altri in isolamento, tanto che in mattinata  il corridoio di quello che è uno degli uffici giudiziari più noti d’Italia è stato sanificato.

Di oggi la notizia della positività anche di una giudice mentre sono in crescita i contagi tra i dipendenti. In questo contesto, stando a quanto apprende l’AGI, “i capi degli uffici giudiziari stanno valutando la possibilità di sospendere in autonomia i processi”.

La rabbia dei lavoratori 

Inoltre, i lavoratori lamentano una scarsa circolazione delle notizie e hanno dato mandato a un legale per preparare un esposto alla Procura di Brescia sulle lacune del sistema informativo. Riferiscono di non sapere per tempo quando c’è un contagio.

La paura è quella di ricadere nel clima lugubre della scorsa primavera, quando due lavoratori del Palazzo, il carabiniere Mario Soru, 55 anni, e la funzionaria della giustizia civile Anna Bergamaschi, di 63, persero la vita a causa del Covid. Tanti, una decina, anche i magistrati che l’avevano contratto prima che su disposizione del Ministero della Giustizia venisse rarefatta l’attività che muove ogni giorno migliaia di persone nel vasto edificio di epoca fascista.

La possibilità di chiudere il Palazzo

C’è qualche toga che parla della possibilità di chiudere il Palazzo, domandandosi a chi eventualmente spetterebbe la decisione. In teoria, la sicurezza è in mano alla Procura Generale ma questo è un caso che va ‘oltre’, investendo la sfera sanitaria, dunque inedito. Di certo, fanno sapere da via Arenula, non è competenza del Ministero.

Nei giorni scorsi aveva chiuso ‘per Covid’, una prima volta, una cancelleria civile. ll punto di vista dei dipendenti del Palazzo è molto severo sulla gestione della comunicazione. “Siamo molto arrabbiati  – dice Lino Gallo, rappresentante della sigla FLP – perché non ci viene data immediata informazione a tutela della salute dei colleghi. L’età media è di 55 anni e ci sono persone fragili, con seri problemi di salute, che vanno tutelati”.    

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Fonte: cronaca agi


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