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Parte la conferenza sulla Libia. Ma non si sa ancora se Haftar ci sarà

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Tra conferme e smentite che si rincorrono da giorni, continua la trattativa per convincere il generale Khalifa Haftar a partecipare alla Conferenza di Palermo sulla Libia che si tiene da oggi a martedì, mentre "Palazzo Chigi riferisce di essere fiducioso sino all'ultimo e c'è chi non esclude un colpo teatrale dell'ultima ora". Lo scrive La Stampa, riferendo della "missione 'di recupero' di ieri a Bengasi da parte di una delegazione italiana, tra funzionari di intelligence e della Farnesina per convincere il generale. Missione alla quale – sottolinea il quotidiano – non era presente il premier Giuseppe Conte come invece riportato da media libici della Cirenaica".  "Le resistenze dell'uomo forte della Cirenaica sono dettate anche dall'avvicinamento tra Frayez al Serraj alla Fratellanza musulmana considerata da Haftar un'organizzazione terroristica al pari di al Qaeda".

"Occorre superare lo stallo in cui versa da tempo il processo politico libico. Ma soprattutto occorre prevenire l'escalation di violenza di cui abbiamo avuto un ampio assaggio nei mesi scorsi", sostiene Conte intervistato dal quotidiano torinese, "abbiamo promosso un evento inclusivo e stiamo parlando con tutti con pragmaticità ma anche estrema chiarezza. Non stiamo improvvisando e non coltiviamo ambizioni velleitarie, ma credo che l'Italia abbia la responsabilità e la capacità di svolgere un ruolo utile in questo processo così come nell'intera area mediterranea".

Conte: "Non si tratta di allearsi con l'uno o con l'altro"

"La Conferenza dedicherà particolare attenzione al tema della sicurezza, sia a Tripoli sia in altre parti del territorio. La sicurezza è una precondizione necessaria per assicurare la stabilità del Paese. Abbiamo preparato questa iniziativa con determinazione e convinzione e continueremo con lo stesso spirito anche in seguito. Ho parlato con molti leader internazionali – continua Conte – e da tutti ho raccolto interesse e sostegno, a prescindere dalle singole partecipazioni. Ma ciò che viene in questi giorni, poco citato e ne sono rimasto francamente sorpreso, è il fatto che Palermo riunisce intorno ad uno stesso tavolo i principali attori libici e il massimo livello politico di Paesi quali Algeria, Tunisia, Egitto, Ciad, Niger, Grecia e Malta. Ma anche il resto d'Europa e dei Paesi del Golfo vede non poche qualificate presenze".

Conte spiega di aver incontrato "personalmente e a lungo Haftar pochi giorni fa a Roma". "La sua visione non è certamente coincidente con quella del presidente Sarraj e la storia recente lo dimostra. Ciò tuttavia non significa, anzi, che non valga la pena metterli intorno allo stesso tavolo. Mi aspetto che Haftar sia presente". Non si tratta comunque di allearsi con l'uno o con l'altro "bensì di assicurare coerenza e credibilità ad un processo politico da tempo ostaggio di diversi interessi e oggettive difficoltà". Per quanto riguarda il 'caso Perrone', l'ambasciatore a Tripoli che ha lasciato la sede "si è trovato al centro di una situazione che ha messo a rischio la sua sicurezza. Dopo Palermo faremo una valutazione definitiva e assumeremo una decisione, non più differibile". Lo stesso per i vertici dell'Intelligence che "saranno cambiati quando lo deciderà il governo. Fino a quel giorno godono della nostra piena fiducia e confermo che stanno operando con la massima dedizione". "Per il governo italiano il contrasto al terrorismo è una priorità".

Vedi: Parte la conferenza sulla Libia. Ma non si sa ancora se Haftar ci sarà
Fonte: estero agi


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