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Ossessionati dalla popolarità online: l'impatto dei "like” sugli adolescenti

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Adolescenti che si sentono felici quando ricevono ai post pubblicati tanti like e commenti positivi, che rappresentano per loro una misura semplice e veloce dell’approvazione da parte dei coetanei. Le vetrine dei social network, il numero dei like, la popolarità online possono, però, condizionarli profondamente e avere un impatto negativo sul loro umore e la loro autostima.

Un condizionamento esterno che rappresenta la loro realtà e che, nel contempo, sottolinea la loro fragilità strutturale e va a rinforzare quel meccanismo della gratificazione che è alla base della dipendenza. Quasi la metà dei ragazzi cerca continuamente un feedback.

È un problema che sta emergendo sotto-forma di dipendenza da notifica. Il numero di queste ultime è per loro un indice di gratificazione. Quando guardano il telefono e vedono che hanno centinaia di notifiche sono appagati perché si sentono ricercati e considerati. Molti di loro arrivano a fare delle vere e proprie “gare di notifiche”.

Ossessionati dalla popolarità online: l’impatto dei “like” sugli adolescenti

È facilmente comprensibile che riconoscimenti positivi ai propri post possano procurare piacere, ma quando il bisogno di accettazione da parte dei coetanei si riduce alla ricerca spasmodica di like, si rischia di affidare il valore di sé alla rete.

La linea che separa il mondo reale dal mondo virtuale si assottiglia e il proprio profilo sul social network rischia di diventare l’unico specchio nel quale riflettere la propria persona, in un’immagine che resta distorta e in un senso di sé alterato dalla misura in “like”.

Come confermano i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, rilevati su un campione di circa 12.751 studenti di scuole secondarie di primo e di secondo grado su tutto il territorio nazionale, siamo di fronte a un problema concreto che condiziona non solo l’emotività, ma anche i comportamenti dei ragazzi.

Circa 1 adolescente su 10 decide di seguire una dieta per apparire più bello nei selfie, già a partire dagli 11 anni di età. La dieta da like, quella che dovrebbe portare a scattare il selfie perfetto, è un problema ancora prettamente femminile (l’80% sono ragazze). Il 45% circa del campione totale scatta anche tantissimi selfie nella stessa posa per avere la possibilità di scegliere quello migliore, ovviamente da modificare con filtri o fotoritocco, prima di essere pubblicato. Sono quasi 3 su 10 gli adolescenti, dai 14 ai 19 anni, e il 22% dagli 11 ai 13 anni, che dichiarano di avere l’ansia prima di pubblicare una foto per paura che non possa piacere, che non ottenga consensi o che venga criticata.

Ragazzi iperconnessi in cerca di approvazione social

L’esposizione continua ai contenuti “perfetti”, spesso non del tutto reali, pubblicati da altri, la preoccupazione di postare la foto o il contenuto migliore per ottenere più like, il valutare e monitorare costantemente tutto ciò che viene condiviso, possono influenzare negativamente lo stato emotivo.

Infatti, il 60% dai 14 ai 19 anni e il 65% dagli 11 ai 13 anni, in questo caso senza differenze tra maschi e femmine, raccontano di sentirsi felici quando ricevono tanti like ai post e tanti commenti positivi. Inoltre, l’ossessione da like non riguarda unicamente il numero dei mi piace ottenuti, ma anche e soprattutto chi li mette. Il 66% degli adolescenti, infatti, controlla minuziosamente chi mette il like ai post e anche chi guarda le loro storie. Se tra coloro che manifestano il loro apprezzamento ci sono anche specifiche persone, l’autostima cresce in maniera proporzionale.

Ci sono anche 3,5 adolescenti su 100 che controllano chi mette i like alle foto o alle storie dei loro amici, dei loro nemici e dei loro concorrenti, e l’aspetto allarmante è che lo iniziano a fare già a partire dagli 11 anni di età, quando sulla carta non lo potrebbero neanche fare, spesso sostenuti dai genitori stessi inconsapevoli dei pericoli a cui vanno incontro.

A volte mi sembra che navighino in balia dell’andamento dei follower, dei like e dei commenti. Non può essere che l’emotività e l’umore siano condizionati da un numero o dalle parole di un commento, significa che a questi ragazzi mancano delle basi solide su cui poggiare. Sono esposti troppo precocemente alla vetrina dei social, a contenuti e a un network – anche adulto- che si basa su ciò che si fa vedere, sull’estetica e sul personaggio che si decide di mostrare.

Instagram senza like: quali cambiamenti?

Da qualche giorno è partito anche in Italia il test di Instagram senza like, una vera e propria rivoluzione per la piattaforma più amata da bambini e ragazzi. Consiste nel nascondere i like sotto ogni immagine e video condivisi, con l’idea di liberarsi dalla pressione di ottenere a tutti i costi approvazione attraverso i “mi piace”.

Il test non coinvolgerà tutti gli utenti di Instagram, ma solo un campione ristretto di persone; questa nuova funzionalità non rimuoverà il tasto like, ma non sarà più possibile a tutti visualizzare il numero di “mi piace” dei post. Solo l’utente che ha condiviso quell’immagine o video avrà accesso a tale informazione.

L’obiettivo è quello di puntare sulla qualità delle foto piuttosto che sui like, valutando se la visibilità del numero dei “mi piace” stimola o meno le interazioni tra gli utenti: potrebbe anche accadere, infatti, che ci si possa sentire più liberi di condividere contenuti che altrimenti non sarebbero stati postati per paura dei possibili giudizi.

Per tale motivo, può essere utile non vedere più il numero di “mi piace” sotto i contenuti che vengono postati, aspetto che però creerà dei problemi a quei ragazzi che colmano i propri vuoti con i like, considerando che non potranno più vantarsi di ricevere più consensi di altri, come se il valore della persona fosse pesato in base ai numeri ottenuti.

Vedi: Ossessionati dalla popolarità online: l'impatto dei "like” sugli adolescenti
Fonte: innovazione agi


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