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Ora Mosca minaccia l’Italia

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Attacco al ministro Guerini: falco antirusso. Draghi: inaccettabile. Raid più potenti, «usato il missile ipersonico»
di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini

Mosca minaccia l’Italia di «conseguenze irreversibili» in caso di altre sanzioni economiche contro la Russia. Duro attacco anche contro il ministro della Difesa Guerini definito «falco». La replica del premier Draghi: «Parole odiose e inaccettabili». Raid più potenti per scardinare le ultime difese delle città ucraine assediate: «Usato anche missile ipersonico».
Dieci del mattino, ventiquattresimo giorno di guerra. L’agenzia russa Interfax rilancia la notizia che secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, l’esercito di Mosca ha colpito il magazzino sotterraneo di Delyatyn, con missili ipersonici Kinzhal, per la prima volta usati sul campo. Per l’esercito russo, queste armi sono in grado di colpire bersagli a una distanza di oltre 2.000 km, garantendo al contempo di superare tutti i sistemi di difesa aerea e missilistica esistenti e sviluppati.
Delyatyn si trova a 50 chilometri da Ivano Frankvs’k, colpita parecchie volte, sia all’inizio dell’invasione sia nelle ultime settimane. Obiettivo, l’aeroporto civile e militare, uno dei più importanti della regione di Oblast. «Lasciate le vostre case», aveva detto il sindaco di Ivano Franzvs’k nei giorni scorsi. Inoltre da giorni circolano voci tra i civili di un sabotaggio al sistema antimissilistico. «La settimana scorsa le sirene non hanno suonato prima di un attacco e questo è strano», ci aveva confermato un militare ucraino chiedendo di non essere citato.
Sirene
Ore 11 e 36 le sirene riprendono a suonare a Leopoli dopo una notte tranquilla e dopo l’attacco di venerdì confermato da entrambe le parti a un hangar vicino all’aeroporto della città. Pochi minuti dopo le sirene suonano anche a Ivano Frankvs’k. Ma fin qui nessuno ha ancora confermato la notizia dei missili supersonici. Ore 11e 40, proviamo a chiamare il sindaco della città ma il numero è sempre occupato, intanto l’allerta aerea continua. Pochi minuti dopo contattiamo l’ufficio stampa del governatore della regione di Oblast, Vitaliy Fedoriv. «Qui nelle ultime ore non c’è stato nessun attacco, nessuno ha sentito niente, suonano le sirene ma la situazione è tranquilla», ci dice la portavoce.
Passano pochi minuti e colpo di scena. Un portavoce delle forze aeree ucraine, Yurii Ihnat, conferma l’attacco al quotidiano Ukrainskaya Pravda ma non specifica se il missile o il missile utilizzato dai russi sia davvero un Kinzhal, o di altro tipo. Non conferma inoltre né la presenza di vittime, né danni.
A Mykolaiv
Ore 15 e 30, chiamiamo una collega ucraina che vive e lavora a Delyatyn. «Non abbiamo sentito boati o visto fumo o fiamme. Ma alle 2 del pomeriggio di sabato abbiamo sentito rombi fortissimi come se gli aerei volassero basso. Ma in cielo non abbiamo visto nulla», dice al telefono.
Messo da parte il grande interrogativo, le notizie rimbalzano verso ovest dai fronti. Nel Sud Ovest, a Mykolaiv, non è ancora chiaro il bilancio del raid russo di venerdì su alcune caserme dove venivano addestrati i militari ucraini. Secondo i cronisti sul posto, i morti sarebbero oltre 40. Il sindaco della città, Oleksandr Senkevich, parla di una «situazione difficile», con numerosi villaggi circostanti in mano ai russi. Mykolaiv si trova a Est del porto di Odessa e le forze di Mosca, dopo aver tentato invano di aggirarla a Nord, hanno fatto ricorso all’artiglieria.
I caduti
Sempre nella regione di Odessa, il Cremlino sostiene di aver distrutto tre sistemi missilistici di difesa aerea S300 e dei centri di sorveglianza radio dell’intelligence ucraina a Velykyi Dalnyk e Velykodolynske. Kiev, da parte sua, parla di 14.400 militari russi uccisi e di un quinto generale russo caduto in battaglia, Andrei Mordvichev, morto a Chernobayevka sotto i colpi dell’artiglieria. Unico risultato ottenuto dai russi, la conferma che arriva da Mariupol : le forze russe sono riuscite a entrare in città e i combattimenti strada per strada stanno rendendo complicate le operazioni di soccorso per liberare le centinaia di persone intrappolate nei sotterranei del teatro bombardato. Chiude il cerchio la capitale. Secondo fonti dell’intelligence statunitense, le forze di Mosca schierate 30 chilometri a Est di Kiev stanno incontrando una feroce resistenza. Le truppe russe starebbero registrando scarsi progressi anche a Chernihiv, nel Nord, e a Karkhiv, seconda città del Paese, ormai cinta d’assedio e bersaglio di pesanti bombardamenti. Secondo il ministro della Difesa britannico, l’esercito russo continua a lottare con problemi logistici, legati non solo alla distanza tra le linee ma ai costanti attacchi ucraini alle catene di approvvigionamento.
Per oggi a Ivano Frankvs’k è previsto uno spettacolo teatrale. Sarà Shakespeare. E sarà recitato in un bunker. Il titolo —anche quello — è ancora da confermare.

Fonte: Corriere della Sera