di Loredana Marino

La retorica che circonda  la ” secessione dei ricchi” è inaccettabile e pericolosa. Finora il tema è stato tenuto sotto traccia , evitando una necessaria discussione politica diffusa, una consultazione di massa, una decisionalità di popolo, l’espressione di una “sovranità popolare” prevista dall’art. 1 della Costituzione.

Il governo giallo – verde nel suo furore contro la democrazia costituzionale, porta avanti la linea della secessione,a cui si aggiunge ,in larga parte , il PD,   stiamo, così,  giungendo ad un passaggio che costituisce, se non lo blocchiamo, una mutazione definitiva della nostra architettura istituzionale. Il tema è quello dell’ autonomia regionale differenziata”.

La vicenda parte con i referendum svolti in Veneto e Lombardia nel 2017 che, nonostante le sentenze contrarie della Corte Costituzionale , rischiano di incidere sull’ordine costituzionale e politico, referendum, appoggiati dalla Lega, che condizionano pesantemente le scelte di organi costituzionali dello Stato. Vogliono destrutturare lo Stato nazionale unitario allo scopo, esplicitato ripetutamente anche in questi mesi da Zaia, di trattenere la massima quota di proventi tributari del territorio.

Si incide, in tal modo, sulla concezione costituzionale della solidarietà nazionale, sulla coesione e solidarietà, del diritto di cittadinanza uguale per tutte/i  che garantiscono l’unità giuridica ed economica del paese.

In forme solo parzialmente dissimili, lo stesso tema di autonomia differenziata è stato posto e dalla iniziativa della giunta piddina dell’Emilia, nel 2017 col governo Gentiloni.

Insomma  “una storia di grandi egoismi” che  sopprime l’universalità dei diritti, in aperta violazione con i principi di uguaglianza scolpiti nella Costituzione.

Per raggiungere questi risultati discriminatori, si sfrutta un vuoto normativo denunciato più volte dalla Corte Costituzionale: dal 2001, infatti, nessun Governo ha trovato il tempo di definire i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili da garantire in misura omogenea a tutti le/i cittadine e cittadini italiani, ovunque residenti.

E il Sud? In questo quadro vi sarebbe una ricaduta negativa prioritariamente sulle regioni del Sud e sugli abitanti non ricchi di tutt’Italia con la progressiva privatizzazione dei servizi. Dentro il tema del federalismo differenziato si articola il nodo della  nuova  “questione meridionale” , matura il tradimento del M5S, che dopo aver fatto il pieno dei voti,  tradiscono, ancora una volta,  il loro elettorato per equilibri di palazzo. Il Mezzogiorno viene, così, condannato a essere privo di pari riconoscimento della cittadinanza, con ancor maggiore desertificazione degli investimenti e sempre più debole economia

Noi abbiamo il compito, dunque, di costruire un’ opposizione politica e sociale, in questo paese, dobbiamo creare un coordinamento di donne ed uomini, forze politiche sindacali, associazioni, movimenti che si riconoscono nei principi di uguaglianza e nell’universalità dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, in difesa dell’universalità dei diritti e della solidarietà nazionale contro il federalismo differenziale, una trattativa tra Governo e Regioni  che prosegue rapidamente nel silenzio generale mentre l’opinione pubblica viene distratta dall’assordante propaganda razzista e xenofoba. Senza discussione politica diffusa e all’insaputa di milioni di cittadine/i si sta per determinare nel giro di poche settimane la mutazione definitiva della nostra architettura istituzionale, la destrutturazione della nostra Repubblica.

E’  importante promuovere  mobilitazioni nazionali e territoriali per dire NO all’autonomia differenziata, noi del partito della Rifondazione Comunista abbiamo messo in campo  un percorso di iniziative,  siamo partiti dal sud, da Cosenza con un incontro di approfondimento e programmazione politica delle segreterie regionali di Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, nell’ambito della campagna nazionale del Partito, iniziative per tutto il mese di febbraio al sud Salerno, Cosenza, Brindisi ma anche nelle regioni del centro/nord e il giorno 8 febbraio a Cava de’ Tirreni si svolgerà, grazie alla collaborazione e sensibilità  sul tema del Prof M. Galdi con il DISES dell’ Università degli Studi di Salerno, un convegno dal titolo Più autonomia alle regioni del Nord? Per una nuova questione meridionale.

Dall’incontro tenutosi giorno 29 gennaio con l’Osservatorio del Sud, in rappresentanza il prof.  Bevilacqua,  è nata un’ immediata collaborazione sul tema in questione, la comune convinzione sulla necessità di un appello comune per la costituzione del Coordinamento nazionale in difesa dell’universalità dei diritti e della solidarietà nazionale contro il federalismo differenziale.

(responsabile Mezzogiorno di Rifondazione Comunista)