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Nell'eurozona è crollata l'attività economica. Ed è un pessimo segnale

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La pandemia del coronavirus è la causa del più grande crollo dell’attività economica mai registrato nell’Eurozona: l’indice Pmi flash composito della produzione (che unisce manifatturiero e servizi), calcolato da Ihs Markit, a marzo è sceso a 31,4, rispetto a 51,6 di febbraio. Si tratta del record minimo da luglio 1998.

È un indice anticipatore dell’andamento dell’attività economica: sopra i 50 punti registra un’espansione e sotto questa quota, una contrazione. Analizzando il dato, crolla in modo vertiginoso anche l’indice Flash Pmi dei servizi della zona euro, sceso a marzo a 28,4 da 52,6 di febbraio superando con un ampio margine il precedente record minimo di 39,2 registrato a febbraio 2009. Il discorso non cambia per quanto riguarda la produzione manifatturiera: l’indice infatti è crollato a 39,5 da 48,7 di febbraio, ai minimi da 131 mesi. 

Per gli esperti il Pil nel I trimestre potrebbe crollare del 2%, se non peggio 

Insomma, mentre la pandemia è ancora in corso, si cominciano a riscontrare i primi effetti sull’economia e si fanno le prime stime: per Chris Williamson, chief business economist di Ihs Markit, l’andamento dell’indice ​Pmi di marzo è indicativo di un forte crollo del Pil trimestrale di circa il 2%, ed “è chiaramente possibile che tale contrazione si intensifichi maggiormente poiché, nei prossimi mesi, potrebbero essere probabilmente implementate misure ancora più drastiche”.

E, sottolinea, “a marzo l’attività dell’eurozona è crollata più severamente dei livelli osservati all’apice della crisi finanziaria globale” di dodici anni fa.  Secondo Bert Colijn, senior economist Eurozone di Ing, il crollo del Pmi a marzo indica che l’economia si è fermata.  “Solo un folle ottimista si sarebbe aspettato diversamente alla luce dell’attuale scossa tra domanda e offerta che stiamo affrontando”, aggiunge.

In brusco calo manifattura e servizi in Germania

 Analizzando i dati Paese per Paese, la tendenza sembra essere confermata: ad esempio in Germania, la più grande economia europea, sono in brusco calo manifattura e servizi. Nel dettaglio, nel paese tedesco l’indice Pmi di Ihs Markit e’ sceso da quota 48 di febbraio a 45,7 di marzo per la manifattura, il minimo da due mesi. In forte calo anche l’indice dei servizi che passa da 52,5 punti a 34,5, minimo record. L’indice composito, sintesi dei due indici, scende dai 50,7 punti di febbraio a 37,2 punti.

Nel Regno Unito l’indice cala di 16 punti 

Stesso discorso per la Gran Bretagna dove l’indice Pmi flash composito (che unisce manifatturiero e servizi), calcolato da Ihs Markit, arretra a marzo a 37,1 punti, dai 53 di febbraio.  L’indice Pmi servizi del Regno Unito a marzo crolla al minimo record ​e sotto gli attesi 47,5 punti mentre quello manifatturiero cala al minimo da tre mesi di 48 punti rispetto ai 51,7, sopra gli attesi 46,5 punti. 

Il crollo è ancora più evidente in Francia: -22 punti.

 Passiamo alla Francia: ​qui il crollo è ancora più evidente, al punto che gli esperti suggeriscono un calo del Pil addirittura a due cifre nel I trimestre. Nel dettaglio, l’indice composito è sceso a 30,2 da 52,0 a febbraio, molto al di sotto della previsione media degli economisti di 39,8.

Nel dettaglio, quello Pmi manifatturiero e’ calato a 42,9 da 49,8 mentre nel settore dei servizi, l’indice Pmi ha raggiunto il minimo storico di 29,0 da 52,5 a febbraio, molto al di sotto della stima di 32,0. 

L’effetto coronavirus in Giappone

Anche in Giappone, l’effetto coronavirus si fa avvertire in quanto sempre a marzo manifattura e servizi sono in contrazione. L’indice Pmi manifatturiero, calcolato da Ihs Markit, scende a 44,8 mentre a febbraio era a 47,8 punti. Quello dei servizi passa da 46,8 di febbraio a 32,7. E quello composito, sintesi tra i due indici, scende a 35,8 dai 47 punti di febbraio. 

Vedi: Nell'eurozona è crollata l'attività economica. Ed è un pessimo segnale
Fonte: economia agi


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