Type to search

NATALE AL MUSEO. “Bacio di Giuda” di Giotto (1303-1305 ca)

Share

di Gianni De Iuliis

BACIO DI GIUDA – GIOTTO (1303-1305 ca)

Tecnica: affresco; Dimensioni: 200×185cm; Luogo: Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto operò in quel periodo storico che convenzionalmente è definito Basso Medioevo. In particolare egli visse durante il Trecento, un secolo fondamentale per la nascita del mondo moderno. La crisi dei poteri universalistici della Chiesa e dell’Impero, con la conseguente nascita degli Stati-nazione, i profondi mutamenti sociali, economici e politici che interessarono la società europea posero le basi per il sorgere della civiltà umanistico-rinascimentale.

Giotto è figlio di questo secolo. Artisticamente il suo linguaggio è gotico, riuscendo peraltro a svincolare la pittura del suo tempo dallo stile ieratico bizantino. Infatti superò l’astrattismo bizantino mediante un primo, seppur timido e incerto, utilizzo della prospettiva, della profondità, avendo come obiettivo una forma di realismo rivoluzionario per l’epoca.

Con la sua pittura avvia un percorso d’indagine dell’umano. La sua attenzione all’uomo, ai suoi sentimenti, ai suoi stati d’animo è il simbolo di una nuova cultura che si stava affermando in quel periodo, sempre più antropocentrica e laica e sempre più distante dal problema teologico. Anche in soggetti di carattere religioso la figura umana è resa con plasticità, in maniera espressiva.

Giotto anticipa in pittura il Rinascimento, anche grazie alla riscoperta dei classici pre-cristiani. In particolare nelle sue opere si realizza il processo umanistico di riconoscere la dimensione storica degli eventi. Ispirarsi ai classici per il Maestro significa innanzi tutto superare l’approccio anti-storico della cultura medievale, realizzando le sue ricerche in una prospettiva storica. Al contrario degli intellettuali del suo tempo, non interpreta la cultura classica secondo categorie proprie del Medioevo, ma nelle sue opere ripristina la sapienza degli antichi nella sua forma autentica, intendendola nel suo contesto storico. Quindi questa rinnovata prospettiva storica permette di riconoscere l’alterità del passato verso il presente e di sviluppare la coscienza dell’originalità del passato verso il presente e viceversa.

L’opera che proponiamo è un affresco che rientra nel ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, nell’ambito delle Storie della Passione di Gesù.

Nonostante nella scena dell’affresco ci sia una partecipazione di numerosi personaggi, i protagonisti sono facilmente individuabili: Giuda, trasfigurato in una maschera bestiale, bacia in maniera plateale Gesù, cingendolo con trasporto e coprendolo in parte con il giallo del suo mantello, per permettere alle guardie di riconoscerlo e catturarlo. Mentre il nucleo centrale sembra bizantino, immoto pur se intenso, intorno si agita una folla di soldati, fra i quali alcuni discepoli, come Pietro che taglia l’orecchio a Malco, servitore del Sommo Sacerdote.

È evidente la drammaticità dell’intera scena, che coinvolge l’osservatore e fa rivivere uno degli episodi più famosi del Vangelo, superando le tradizionali categorie iconografiche. Sembra cioè di vivere in diretta un fatto di cronaca, con un forte contrasto tra la figura del Cristo, espressa con garbo, eleganza e compostezza e gli altri personaggi che gli ruotano intorno, scomposti, sconci, indecenti e sguaiati.